Il fondatore delle Br Renato Curcio indagato per un omicidio del 1975

L'ideologo dei brigatisti ormai è in libertà da 25 anni

Il fondatore delle Br Renato Curcio indagato per un omicidio del 1975

L'ideologo delle Brigate Rosse Renato Curcio è indagato per concorso in un omicidio di 48 anni fa. L'inchiesta è quella, aperta circa un anno fa dalla procura di Torino e dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, che punta a identificare il brigatista fuggito dalla cascina Spiotta il giugno del 1975 dopo lo scontro a fuoco nel quale persero la vita la brigatista Mara Cagol, moglie di Curcio, e l'appuntato 45enne Giovanni D'Alfonso. E proprio il figlio del carabiniere ucciso in servizio, Bruno, è l'autore dell'esposto che chiede di fare luce sui tanti lati oscuri di quella vicenda, che portò alla liberazione di Vittorio Vallarino Gancia, rapito il giorno precedente, e soprattutto di dare un nome al terrorista svanito nel nulla.

Il rapimento dell'allora amministratore delegato dell'azienda di spumanti di famiglia scomparso novantenne a fine 2022 era stato pianificato proprio da Curcio e Cagol insieme a Mario Moretti. Gancia venne sequestrato poco dopo aver lasciato la sua villa di Canelli. L'arresto casuale di un brigatista nei dintorni del luogo del sequestro indirizzò gli inquirenti sulla pista del terrorismo, e il giorno successivo una pattuglia di 4 carabinieri che ispezionava le cascine dei dintorni arrivò alla Spiotta, cascina che Cagol aveva acquistato tre anni prima e dove i brigatisti avevano subito portato e nascosto Gancia. Qui avvenne il conflitto a fuoco nel quale D'Alfonso venne ferito a morte (morì pochi giorni dopo) e Cagol venne uccisa mentre tentava di scappare con un altro terrorista, che invece riuscì a darsela a gambe nei boschi. Proprio il misterioso br fece una relazione scritta ai compagni sull'accaduto, raccontando tra l'altro di essere andato via quando Cagol era ferita, disarmata e ancora viva. Quella relazione venne ritrovata a gennaio dell'anno successivo nel covo di via Maderno, a Milano, quando Curcio e la sua nuova compagna, Nadia Mantovani, vennero arrestati.

Curcio, in libertà ormai da 25 anni, lunedì scorso, assistito dal suo avvocato Vainer Buriani, è stato lungamente interrogato dagli inquirenti, che lo indagano in quanto lo considerano mente e organizzatore di quel sequestro, ma ha ribadito, anche con una memoria scritta consegnata ai magistrati romani e piemontesi, di essere estraneo all'azione operativa. E se l'ex ideologo è indagato, prosegue anche la caccia al fantasma della Spiotta che ancora non ha un nome.

Secondo quanto raccontato a Luca Fazzo del Giornale dall'ex ufficiale dell'Arma Luciano Seno, l'uomo fuggito potrebbe essere il reggiano Lauro Azzolini, che comunque al momento non sarebbe ancora stato interrogato, ma un'altra pista porta invece a un altro componente del nucleo storico, Mario Moretti, tirato in ballo dal pentito Enrico Fenzi.

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