Fondi italiani ai terroristi palestinesi

La Cooperazione ha destinato 23 milioni alle Ong, alcune legate al Fronte di liberazione

Fondi italiani ai terroristi palestinesi
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I fondi destinati alla cooperazione internazionale finiscono per finanziare indirettamente i terroristi palestinesi. È questa l'amara scoperta che si apprende leggendo un dossier riservato della Ngo Monitor che Il Giornale ha potuto visionare in esclusiva.

Secondo questo documento, l'Agenzia italiana cooperazione e sviluppo (Aics) avrebbe destinato 23 milioni e 200mila euro a varie ong filopalestinesi. Alcune di queste sarebbero addirittura collegate con il Fronte popolare di liberazione per la Palestina (Fplp), una storica organizzazione terroristica designata dall'Ue. Per la precisione, tra il 2019 e il 2020 il governo italiano avrebbe finanziato direttamente progetti relativi alla cooperazione in Palestina in cui erano coinvolte anche tre organizzazioni palestinesi famose per la loro opera di delegittimazione dello Stato di Israele: Al Haq; Defence for Children International-Palestine (Dcip) e Union of Agricultural Workers Committees (Uawc). Al Haq, nel 2018, ha ricevuto 1,8 milioni di euro per un progetto da sviluppare nell'arco di tre anni insieme alla Ong italiana «Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti» (Cospe). Il suo direttore generale, Shawan Jabarin, è stato condannato per aver organizzato corsi di formazione per membri del Fplp nel 1985 ed è stato arrestato più volte tra il 1992 e il 1994. Sembrerebbe, inoltre, che non abbia mai tagliato totalmente i legami con i terroristi del Fplp. Anche i membri di Defence for Children International-Palestine (Dcip) hanno sempre mantenuto stretti legami con il Fplp. Per quanto riguarda l'Union of Agricultural Workers Committees è importante segnalare un finanziamento dell'Aics di 35.600 euro del 2020. L'UAWC, chiamato anche il «braccio agricolo» del Fplp, nell'ottobre 2021 è stata designata come organizzazione terroristica dallo Stato di Israele.

Tra le Ong italiane coinvolte ci sono «Culture is Freedom» e Sardegna Palestina. La prima è un'organizzazione che si occupa della promozione della cultura palestinese in Italia, mentre la seconda è un'associazione «culturale» che promuove campagne pro-Palestina all'interno della comunità sarda e che nel 2018 ha ricevuto 35mila euro dal Consiglio regionale della Sardegna. Ma non è tutto. Luca Maestripietri, nominato Direttore generale Aics durante il primo governo Conte, mentre Luigi Di Maio era ministro degli Esteri e la pentastellata Emanuela Del Re era viceministro degli Esteri con delega proprio alla cooperazione, ha a sua volta nominato Guglielmo Giordano direttore della sede di Gerusalemme dell'Aics che si occupa della Palestina. Giordano, il 14 aprile scorso, durante un'intervista rilasciata a «Radio Radicale» non ha nascosto la sua avversione nei confronti dello Stato di Israele che sarebbe responsabile dell'attuale «regime di occupazione in Palestina».

Il governo italiano, più precisamente il viceministro Edmondo Cirielli che ha la delega alla cooperazione internazionale, si è attivato già 8 mesi fa per sospendere i nuovi progetti verso la Palestina, ponendo la sua attenzione proprio sui progetti più sospetti.

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