Il leghista Lorenzo Fontana esce allo scoperto e smonta il Movimento 5 Stelle per la crisi di governo. L'ex ministro per la Famiglia e la Disabilità, intervistato da Libero, ha raccontato tutte le motivazioni dietro la rottura: "Non era più possibile andare avanti. Tutto è cambiato con la campagna elettorale per le Europee. Il M5S veniva da una serie di sconfitte sul territorio, alle Amministrative. I Cinquestelle erano nervosi, perché sono sempre andati male nei sondaggi per le Europee, mentre noi volavamo". A quel punto sono partiti gli attacchi: "Hanno iniziato a farci i dispetti e a bloccare ogni lavoro. Per far passare il decreto Sicurezza abbiamo dovuto mettere la fiducia". La decisione di rompere è maturata "con l'elezione in Europa della Von der Leyen grazie ai grillini", quando era ormai evidente che "la Ue aveva comprato politicamente M5S e Conte e Tria non ci avrebbe fatto fare la manovra in deficit che Salvini voleva per tagliare le tasse".
Il coraggio di Salvini
Il ministro per gli Affari europei si è schierato completamente al fianco di Matteo Salvini: "Non ha tradito, si è semplicemente staccato da chi si era venduto alla sinistra e all'Europa, tradendo i propri elettori. Ha un coraggio da leone. Per un anno gli hanno detto di tutto, l'hanno insultato, minacciato, indagato. Ci vogliono le spalle larghe per resistere a tutto questo senza farsi turbare".
Fontana ha poi raccontato i giorni della crisi, svelando un retroscena: "Io ho preparato gli scatoloni già la sera dell'8 agosto, si sapeva che sarebbe finita così". L'inciucio era già nell'aria: "Avevamo annusato l'accordo M5S-Pd, ma non pensavamo fossero così avanti. Abbiamo rotto per interromperlo e poi abbiamo sperato nella tenuta di Di Maio". E a chi critica il Carroccio per l'errore sulla scelta dei tempi, il veronese replica spiegando che "M5S e Pd avrebbero provato a mettersi d'accordo anche se avessimo fatto cadere il governo a maggio. La loro è un'alleanza di poltrone e potere. Ora devono far tutto in pochi giorni e infatti stanno litigando come pazzi. Non osiamo sperarci, però...".
Addirittura il ministro uscente avrebbero voluto querelare alcuni grillini per le accuse in occasione del Congresso Internazionale della Famiglia a Verona: "Hanno sparato una serie di calunnie su di me indegne. Non ho sporto denuncia solo perché eravamo al governo insieme e Matteo mi ha chiesto di non farlo".
Sull'Autonomia "il Movimento ci ha preso in giro fin dal primo minuto. La ministra Stefani era fuori dalla grazia di Dio. Io in Veneto avevo molte difficoltà a giustificare il fatto che non si riuscisse ad arrivare all'obiettivo. A un certo punto ho detto a Salvini che avrei guidato una delegazione di tutti i parlamentari leghisti veneti davanti a Palazzo Chigi per protestare". Il leader della lega gli ha però risposto di "portare pazienza e che se fosse continuata la stagione dei no, il governo non sarebbe potuto andare avanti".
Ora la Lega ripartirà da Pontida: "Il 15 settembre, un momento magico.
Ci sono tre campagne elettorali fondamentali: Umbria, Emilia-Romagna e Toscana. Se torniamo a vincere, la vedo male per l'alleanza giallorossa". E sul centrodestra unito: "Sta certamente meglio di grillini e dem".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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