Schiaffo del premier al suo ministro: via il patrocinio al Forum di Verona

Schiaffo  del premier  al suo ministro: via il patrocinio al Forum di Verona

Milano Schiaffo del premier Giuseppe Conte al suo ministro per la famiglia, il leghista Lorenzo Fontana. Il casus belli è il 13° Congresso mondiale delle famiglie, in programma a Verona il prossimo 29 marzo. Una tre giorni che sta già provocando un putiferio. In serata, infatti, il premier ha comunicato di voler togliere il patrocinio di palazzo Chigi all'evento. Questa l'accusa al ministro: « È importante chiarire che alla mia attenzione e a quella dei miei uffici non è mai giunta alcuna richiesta di patrocinio da parte degli organizzatori dell'evento e che il patrocinio è stato concesso dal ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, di sua iniziativa, nell'ambito delle sue proprie prerogative, senza il mio personale coinvolgimento né quello collegiale del governo». Non solo: «Ho comunicato al ministro Fontana la opportunità che il riferimento alla Presidenza del Consiglio sia eliminato e gli ho rappresentato le ragioni di questa scelta - scrive su facebook - Il criterio fondamentale che ispira ogni azione di questo governo è il rispetto della persona, della sua dignità individuale e sociale, indipendentemente dall'orientamento sessuale e a prescindere dalle scelte compiute nella sfera di vita privata, che va protetta da ogni indebita interferenza».

La kermesse di Verona, invece, è organizzata da una delle più potenti lobbies di pressione americana ultracattoliche. Si prefigge il compito di unificare, a livello internazionale, molti gruppi e realtà con lo scopo di portare avanti delle istanze comuni di stampo conservatore. Ad esempio, i gruppi che aderiscono al progetto si sono schierati contro qualsiasi diritto per le persone LGBT dichiarando la loro totale contrarietà a qualsiasi riconoscimento e tutela, all'adozione da parte delle coppie omogenitoriali e alla riassegnazione di genere per le persone transgender.

E il ministro leghista pare condividere posto che in

passato aveva dichiarato che «la lotta per i matrimoni gay e la teoria gender nelle scuole sono tutti fattori che mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni». Una tesi appena platealmente condannata da Conte.

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