Per il forcaiolo De Magistris la Severino è incostituzionale

Il sindaco sospeso di Napoli fa ricorso al Tar per riavere la sua poltrona

Per il forcaiolo De Magistris la Severino è incostituzionale

«In qualunque altro Paese europeo un premier si sarebbe già dimesso. Di cosa altro deve essere sospettato per poter compiere un decoroso passo indietro in segno di rispetto delle istituzioni e degli italiani? Quale altra bassezza etica e quale altra accusa giudiziaria devono piovergli addosso per liberarci della sua presenza?» s'indignava Luigi De Magistris nel 2011, quando il premier Silvio Berlusconi fu indagato per il caso Ruby. A tre anni di distanza, dopo che Berlusconi è decaduto da senatore per la effetto della legge Severino, è proprio De Magistris non solo ad essere condannato, ma a decadere da sindaco per via della medesima legge Severino. E cosa fa? Un ricorso al Tar per «incostituzionalità delle legge Severino».

È l'ultima carta che l'ex pm, lanciato in politica da un altro ex pm, Antonio Di Pietro, prova per salvarsi dal «decoroso passo indietro» da sindaco di Napoli che proprio non vuole fare, malgrado la sospensione già notificatagli dal prefetto. Mentre il Pd napoletano raccoglie le firme per sfiduciarlo, e il vicesegretario Lorenzo Guerini chiede di «staccare la spina» alla stagione De Magistris, il sindaco sospeso, nel frattempo autonominatosi «sindaco di strada», conta le ore che lo separano dalla decisione della prima sezione del Tar Campania, presieduta dal presidente del Tribunale amministrativo regionale Cesare Mastrocola. I suoi legali (affiancati dagli avvocati dell'Avvocatura del Comune di Napoli costituito ad adiuvandum », cioè a sostegno di De Magistris, spiega il Corriere del Mezzogiorno ) hanno presentato una richiesta di sospensiva del provvedimento che ha sospeso De Magistris da sindaco. L'udienza è fissata per dopodomani, mentre si attende il verdetto già per giovedì 23, salvo rinvii. Se il Tar gli darà ragione, De Magistris tornerà sindaco il giorno stesso. E tutto sarebbe congelato fino ad una pronuncia della Corte costituzionale, con tempi inevitabilmente dilatati. Perché il ricorso dell'ex pm punta proprio su quello, sulla incostituzionalità della legge Severino, tema su cui ovviamente non può pronunciarsi un Tar ma solo la Consulta.

Nell'istanza, finora tenuta top secret, si chiede il rinvio ai giudici costituzionali - e quindi il reintegro di De Magistris nelle sue funzioni - perché la legge Severino avrebbe profili di incostituzionalità. I punti su cui lavora la difesa di De Magistris sarebbero due. Il tipo di reato che fa scattare la norma, cioè l'abuso d'ufficio (per cui De Magistris è stato condannato in primo grado a 15 mesi di reclusione pena sospesa) applicato a sindaci e assessori. Un sospetto «eccesso di delega» del governo rispetto ad un ente locale che viene così amputato dei suoi vertici. L'altro aspetto è la retroattività, già emerso nel dibattito sulla decadenza di Berlusconi. «La legge Severino è già stata applicata a molti amministratori locali, ma sul piano interpretativo restano dubbi non ancora sciolti - spiega il presidente dell'Unione Camere Penali, Beniamino Migliucci, alla Gazzetta del Mezzogiorno -. Se si ritiene che si tratti di una norma sanzionatoria allora non dovrebbe essere retroattiva. E nel caso di De Magistris la norma è stata approvata dopo l'apertura dell'inchiesta, mentre il processo era in corso». Dunque ci sono i margini per considerarla incostituzionale, e su quelli punta De Magistris che spera di ribaltare «l'ingiustizia» subita («Sono onesto fino al midollo, questo è regime. Siamo fiduciosi nei ricorsi che avvieremo. Torno presto»).

Nel frattempo continua l'inedita fiction «Il sindaco di strada». Sul suo sito De Magistris aggiorna la popolazione sull'attività on the road : «Oggi ho visitato scuole, ospedali e luoghi pubblici dei tre quartieri Marianella, Posillipo...», «Domenica tra musei e città metropolitana», «Oggi ho ascoltato le cittadine e i cittadini dei quartieri Scampia e Soccavo» etc. Attivissimo non solo su strada ma anche su Twitter, dove accusa di incostituzionalità anche la circolare del Viminale sulla non validità dei matrimoni omosessuali celebrati all'estero.

Incita il suo elettorato a «Resistere, Resistere, Resistere: a Napoli pagine di resistenza per opporci a cricche, mafie, caste politiche, affaristi e massonerie deviate», e presta la voce al rap di una nuova etichetta musicale indipendente napoletana «Suono Libero Music». Con la speranza di tornare presto occupato, come sindaco, grazie al Tar.

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