Forestali, trappole, fucili. A Trento via alla caccia "Due gli orsi nel mirino"

Oltre a Jj4, la killer del runner, anche Mj5. E sorvegliato speciale un terzo plantigrado

Forestali, trappole, fucili. A Trento via alla caccia "Due gli orsi nel mirino"

Jj4 ha le ore contate. Ci sono una quarantina di operatori del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento a caccia dell'orsa che il 5 aprile scorso ha aggredito e ucciso il runner ventiseienne Andrea Papi.

I boschi della zona di Caldes, in Val di Sole, sono presidiati nonostante il maltempo e le ricerche sono circoscritte all'area dove si muove la femmina, che rispetto agli orsi maschi è più stanziale. Jj4 ha 17 anni ed è figlia di Joze e Jurka, tra i primi plantigradi arrivati in Trentino, riconoscibile per un cartellino rosso sull'orecchio sinistro.

Gli uomini della forestale sono armati, ma devono muoversi con cautela perché l'area è abitata da una ventina di orsi. Una cosa è certa: appena catturata Jj4 sarà abbattuta. La sentenza è stata emessa a la firma del presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che si era visto negare in passato le autorizzazioni da parte sia di Ispra che del Tar, nonostante il plantigrado in questione avesse già aggredito negli stessi boschi padre e figlio nel 2020, che si sono salvati per miracolo. Questa volta, invece, il nullaosta è arrivato. La cattura potrebbe avvenire in tre modi differenti. Attraverso le trappole tubo, un'esca alimentare olfattiva che attira l'orso: l'animale entra nel tubo, aggancia l'esca e attiva il meccanismo che favorisce la cattura. La seconda tecnica prevede l'utilizzo di lacci, un sistema maggiormente pericoloso per gli operatori forestali. La terza possibilità è la telenarcosi, ossia il lancio di dardi anestetici, ma è un sistema utilizzato solo in casi di emergenza. Jj4 ha il radiocollare dal 29 luglio 2020 e in base ai tracciamenti non ha mai mostrato atteggiamenti di particolare confidenza nei confronti dell'uomo e tantomeno frequenta le aree vicine ai centri abitati.

Trovarla ora è difficile perché il suo radiocollare, sostituito il 30 agosto 2021 a seguito di una cattura programmata dal 5 agosto scorso, ha messo di funzionare. Si tratta di dispositivi che vanno sostituiti ogni anno e mezzo-due. «Gli orsi a differenza di altri animali non hanno il collo e poi sono soggetti a sensibili variazioni di peso prima e dopo il letargo - spiegano i forestali coordinati da Raffaele De Col - per questa ragione il radiocollare non può essere applicato al risveglio, quando i plantigradi pesano molto meno, perché la crescita nel corso della primavera e dell'estate rischierebbero di strozzarli. Al tempo stesso, se indossato quando l'orso è all'apice del peso, il rischio è che si sfili agilmente, un'ipotesi che si verifica nel 20-25% dei casi». C'è anche il fatto che alcuni esemplari mostrano insofferenza, grattandosi per ore e danneggiando il dispositivo. Il segnale, inoltre, è inviato tramite schede Sim e molti versanti delle montagne trentine non sono coperte.

Lo Zoosafari di Fasano, in provincia di Brindisi, ieri ha dato la propria disponibilità a ospitare Jj4. Insieme all'orsa ci sono altri due «sorvegliati speciali». Una squadra di cinque operatori è infatti alla ricerca dell'esemplare Mj5, un orso di 18 anni, 350 chilogrammi, per cui la Provincia di Trento ha chiesto l'abbattimento per l'attacco ai danni di un escursionista in valle di Rabbi avvenuto lo scorso 5 marzo. Una terza squadra si occupa di tenere a distanza dai centri urbani l'esemplare M62, che non ha mai aggredito nessuno, ma è responsabile di diversi danneggiamenti. «Gli orsi - ha concluso De Col - sono animali pericolosi, non hanno antagonisti in natura, sono autonomi e non amano l'uomo.

Non vanno mai avvicinati e, anche se possono suscitare simpatia, la loro reazione può essere devastante. Le squadre specializzate operano in condizioni difficili per la propria incolumità e sono sempre armate di fucili. Chiediamo di prestare particolare attenzione».

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