Il momento peggiore per Forza Italia è stato senz'altro il passo indietro di Berlusconi, non sufficientemente sostenuto - lamentano in molti all'interno del partito - per la corsa al Colle. Soltanto il suo senso di responsabilità e il suo attaccamento alle istituzioni, assicurano i suoi, ha permesso che la tensione interna non degenerasse. Passata la crisi, con un Berlusconi nuovamente in prima linea (oggi dovrebbe essere dimesso dal San Raffaele), e un Quirinale degnamente rappresentato, si può tornare a parlare dell'agenda di governo. E un sospiro di sollievo lo trae soprattutto la componente azzurra del governo Draghi con un Brunetta che prima degli altri ha spinto i suoi a convergere verso la soluzione di un secondo mandato per Mattarella. Crescono intanto i contatti con la componente centrista della coalizione. La riunione di venerdì notte in un ristorante del centro di Roma a pochi passi da Montecitorio per molti osservatori di cose politiche rappresenterebbe uno spartiacque nella vita della coalizione del centrodestra. Si discuteva della candidatura di Casini e della proposta avanzata da Conte e Salvini di puntare invece sulla Belloni. Erano presenti Lorenzo Cesa, Giovanni Toti, Gaetano Quagliariello Renata Polverini, Maurizio Lupi, Antonio Tajani, Licia Ronzulli e i capigruppo azzurri Anna Maria Bernini e Paolo Barelli. Secondo i boatos più insistenti sarebbe stata anche l'occasione per gettare le basi di quello che in vista delle prossime politiche potrebbe essere un nuovo contenitore politico moderato. «Semmai - precisa la Polverini - è la prova che nel centrodestra c'è un fronte popolare compatto che fa riferimento al Partito popolare europeo». Di sicuro l'elezione di Mattarella dimostra che è necessario evitare strappi e fughe in avanti. «È arrivato il momento - avverte Licia Ronzulli - di tornare a quello spirito del dialogo, del confronto, della lungimiranza, della generosità con cui Berlusconi ha tenuto in piedi il centrodestra per 25 anni, pur avendo idee magari differenti tra un partito e l'altro. Il centrodestra esiste e nelle città e regioni dove governa lo fa molto bene. Ci siamo riusciti per 25 anni bisogna farlo ancora». Anche la ministra Mara Carfagna chiede più dialogo e meno strappi.
«Il vero vulnus di questa elezione - spiega in un'intervista a Repubblica - risiede nella cultura politica di chi pensa di risolvere i problemi con i blitz. È finita l'illusione di governarla dettando la linea politica sui social e confrontandosi più coi follower che con dirigenti e parlamentari».
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