«Lo vedete? Il mostro esiste». Parola di Steve Feltham il più importante lochnessologo esistente. Lui che trentadue anni fa lasciò il lavoro (contento lui) per dedicarsi a tempo pieno all'attività di osservazione delle acque del lago scozzese dove abiterebbe la creatura più misteriosa del mondo, non ha dubbi. Quelle foto sono la pistola fumante.
Le foto di cui parliamo sono quelle esibite da tale Chie Kelly, una traduttrice che un giorno di agosto del 2018 stava facendo un pic nic sulle rive del lago in compagnia del marito quando avvistò la leggendaria creatura a una distanza di circa duecento metri. Un avvistamento parziale: due gobbe nere che si muovevano lentamente. «All'inizio mi sono chiesta se si trattasse di una lontra o di una coppia di lontre o di una foca, ma non abbiamo cisto la testa e non si è più alzata per prendere aria. Faceva uno strano movimento sulla superficie». Chie è riuscita a scattare un'immagine non certo chiarissima ma che è bastata per riaprire la pratica. «Non abbiamo sentito alcun suono - dice la fotografa -. C'erano queste strane forme sotto la superficie. Non riuscivo a distinguere i colori, l'acqua era scura. Non so cosa fosse, ma era sicuramente una creatura, un animale». Per Feltham si tratta di immagini uniche: «Queste sono le immagini di superficie più emozionanti che abbia mai visto. Sono esattamente il tipo di foto che avrei voluto scattare da tre decenni. È raro vedere qualcosa di così chiaro in superficie». Secondo gli esperti del Loch Ness Center si tratta invece del secondo avvistamento più importante degli ultimi cinquant'anni.
Quanto al fatto che Chie si sia decisa a mostrare la documentazione visiva solo a distanza di cinque anni dall'avvistamento, la donna la spiega così: «All'epoca non volevo affrontare il ridicolo rendendo pubbliche le fotografie». A dare coraggio alla donna è stato il «Quest weekend», la più grande caccia a «Nessie» mai organizzata dal Loch Ness Center lo scorso fine settimana. Una sorta di safari fotografico a cui hanno partecipato centinaia di appassionati armati di binocolo e altri strumenti di avvistamento, tutti appostati come cecchini dello smartphone attorno al lago che peraltro a causa del cambiamento climatico è aggi ai suoi minimi livelli di riempimento.
Insomma, è di nuovo nessiemania. Un momento di gloria per Feltham, uno che ha dedicato al leggendario serpentone soldi, tempo ed energie. Racconta di aver visitato per la prima volta il celebre brumoso lago nel 1979, quando aveva sette anni, di esserne rimasto enormemente colpito e di ave maturato in quel momento la decisione di farne una ragione di vita. È stato lui tra i più importanti animantori della grande caccia.
La leggenda di Loch Ness non è recente ma risale a epoche remote.
Fin dall'epoca dei Pitti, che abitavano quella regione duemila anni fa e che hanno lasciato incisioni su pietra che raffigurano una misteriosa bestia con le pinne. Ma quello che è considerato il primo avvistamento moderno risale al maggio 1933. Novant'anni di nessiemania per il mostro più timido di sempre.
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