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La Francia chiude i confini. "Non si può accogliere tutti, è un messaggio sbagliato"

Il ministro dell'Interno francese, Darmanin, incontra Piantedosi. "Non prendiamo irregolari". E i soldi promessi dalla Ue alla Tunisia restano in stand by

La Francia chiude i confini. "Non si può accogliere tutti, è un messaggio sbagliato"
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È servita una conferenza stampa convocata d'urgenza ieri sera a Nizza, dal prefetto Bernard Gonzalez, per smentire la notizia di requisizione da parte delle autorità francesi di un terreno per installare un hotspot a Mentone dove accogliere i migranti sbarcati a Lampedusa. Ne aveva dato conto BfmTv, innescando la reazione dei residenti e dei politici in opposizione a Macron. Invece? «È fuori questione creare un campo migranti a Mentone, e preciso né a Mentone né in altri dipartimenti delle Alpi Marittime, siamo d'accordo che i colleghi italiani li vengano gradualmente a recuperare», chiarisce il prefetto, che parla semmai di «controlli rafforzati alla frontiera». Più di 200 poliziotti e gendarmi e 120 militari dell'operazione Sentinelle in azione per intercettare gli «stranieri irregolari» che varcano il confine, e già 1.600 sono i respinti su territorio italiano nell'ultima settimana. Mentre un colpo all'area Schengen arriva anche dall'Austria.

Al di là dei fumosi annunci di «solidarietà europea» venuti dall'Eliseo, la linea francese era già stata chiarita dal ministro dell'Interno Gérald Darmanin: ancor prima di volare a Roma, dove ieri ha incontrato (nella foto) l'omologo Matteo Piantedosi.

Se i migranti in arrivo a Lampedusa si moltiplicano, è comunque l'Italia che deve occuparsi delle procedure: dall'identificazione alle cure, fino ai rimpatri, perché larga parte di essi non ha diritto ad alcun tipo di protezione umanitaria come spiega Darmanin: «Non si può trasmettere alle persone il messaggio che, qualunque cosa accada, sono benvenute nei nostri Paesi, vengono accolti solo se previsto dalle regole del diritto d'asilo, se vengono perseguitati. Ma se si tratta solo di immigrazione irregolare, no, la Francia non può accoglierli, sarebbe un errore di giudizio dire che devono essere ripartiti subito in tutta Europa».

Anche sul Memorandum con la Tunisia, che ha visto decine di eurodeputati dei gruppi socialisti (Pd compreso) in pressing a Bruxelles per far fallire l'intesa con Saied, la Commissione europea pare ingolfata. Dopo l'affondo della premier Meloni sulle manovre di sabotaggio del Commissario europeo Borrell, il vicepremier Tajani taglia corto: «Quando la commissione europea firma un accordo, quell'accordo deve essere rispettato». Ma i 250 milioni sono tuttora in stand by. Secca replica anche a Darmanin. Dopo aver bollato come «un errore» l'aver eliminato Gheddafi, Tajani dice che «fa fede quello che dice Macron, mi pare ci sia voglia di collaborare», sostiene con ottimismo. «C'è la campagna elettorale anche in Francia ma la questione non va affrontata con slogan». Per la Lega, invece, «basta chiacchiere, gli italiani si aspettano e si meritano dalla Francia e dall'Europa dei fatti concreti».

Darmanin concede allora che «bisogna aiutare i nostri amici italiani a guardare subito alle richieste di asilo», invitando a «proteggere le frontiere esterne dell'Unione Europea».

Intanto l'Austria implementa i controlli anche al suo confine. Sui flussi siamo «completamente solidali con l'Italia», dice invece la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, per cui «la priorità è prevenire le partenze in maniera più efficace, stiamo lavorando su questo con l'Ue».

Su questo punto si apre uno spiraglio di intesa Ue anche con Berlino, dove sembrano pronti a espandere la sorveglianza navale, filtra dalla ministra dell'Interno Nancy Faeser: «Non possiamo fare altro, altrimenti non avremo in pugno la situazione, insieme per avviare un piano di azione comune per sostenere l'Italia a livello umanitario e vedere come si ottiene più controllo».

La Commissione Ue esprime «disponibilità ad esplorare» le opzioni per estendere le missioni nel Mediterraneo. Ma «non scendiamo nei dettagli».

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