Il vecchio porto di Marsiglia è una discarica di bottiglie, lattine, cartelloni divelti, panchine e sedie incendiate. Decine di feriti e arresti.
I barbari sono venuti dall'isola della Regina, dalla Russia degli zar e hanno trovato la ciurma marsigliese e parigina ad accoglierli. Notti di fuoco e di tumulti, notti di sangue, di arresti. Notte di terrore e di morte. Non è l'Isis, non sono terroristi, se ne fottono delle religioni, anzi la loro religione è fight for fight. Due squadre in campo, Inghilterra e Russia, due squadracce fuori dallo stadio con rinforzo esterno, il clan dei marsigliesi ha atteso la sfida di football sfidandosi a colpi di bottiglie rotte e pietre e molotov.
Il prefetto di Marsiglia ha spiazzato tutti, la miccia è stata accesa da un manipolo di tifosi dell'Olympique di Marsiglia che è stato provocato da gli ultras del Paris saint Germain. Lungo il quai des Belges la strada era coperta di qualunque tipo di oggetti lanciato dagli hooligans ai quali si erano aggiunti gli inglesi e poi i russi, eccitati dall'improvvisa fratellanza.
La polizia ha reagito con i gas lacrimogeni, feriti e tramortiti i tifosi hanno continuato a far guerriglia, a viso scoperto, in pantaloncini, alcuni anche scalzi, una pinta di birra in mano e la pelle arrossata dalla lotta e dalla sbornia.
Davanti all'Opera hanno rivoltato un cassonetto che raccoglie il vetro e le munizioni sono state scagliate contro i poliziotti, un'onda nera sopra la quale ronzava l'elicottero che filmava e fotografava attori e comparse di un film violento. Un tifoso inglese di 50 anni è finito sotto i colpi della gang russa, preso a calci e a pugni, a colpi di bastone, infartuato è in pericolo di vita. Come un tam tam la notizia è entrata immediatamente in circuito e allora la battaglia si è fatta più bastarda, quasi la vendetta degli inglesi all'inseguimento dei rivali russi. In place Charles de Gaulle nebbia di gas, negozi chiusi, vetrine in frantumi, silenzio ed esplosione di bombe carta la polizia risponde con un cannone ad acqua. Altro ferito a terra, sanguinante, è un russo, giovane, abbandonato dalla gang. Finora dodici arrestati, pochi, nulla nel blob che sta lerciando la città.
Perché mai Marsiglia come sede di questo duello? Perché non una città più calma e «francese» come accadrà a Lens, giovedì prossimo, per Inghilterra-Galles?
Segnalo la provocazione di una giornalista francese, Guillemette Faure, che propone la svolta antihooligans: allo stadio soltanto se nudi, così per evitare controlli, ispezioni e concentramento di truppe in assetto di guerra, nudi alla meta e alla partita, alla faccia del burqa. Non è una questione di abito, qui se le danno come matti, secondo usi e costumi del tifoso inglese che prevede la lotta, la sfida come momento di pride, di orgoglio e di onore, sagra violenta.
Ma perché ieri a Bordeaux i dragoni del Galles non hanno alzato nemmeno un dito contro i signori slovacchi, così come oggi i ragazzi di Belfast, i tifosi dell'Irlanda del Nord, contro i polacchi e sarà così domani con quelli di Dublino contro gli svedesi? Fuori dalla terra inglese sembra regnare la calma, non certo l'ordine, si va al football per il football. L'Uefa condanna, scrive in un comunicato che questa marmaglia non ha diritto di cittadinanza ma oltre le parole c'è il vuoto, c'è la rassegnazione o la repressione. Perché non impedire la vendita di alcolici non soltanto nei bari o ristoranti ma anche nei negozi, supermercati e affini? Perché non cancellare la fan zone dove si raccolgono i gentiluomini come nei peggiori pub di Newcastle?
La Brexit inglese è certa in questo europeo, l'uscita da
un'Europa calcisticamente più civile. Giovedì il bis nel derby con il Galles. Si gioca a Lens, la città del carbone, l'ultimo morso francese a Calais prima della Manica.Un'altra scialuppa lanciata per lo sbarco dei delinquenti.
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