Francia tra i due fuochi di islam e antisemitismo. Sventato un attentato. "Segnate" le case ebree

Due allarmi, identici. Nella metropolitana che dalla banlieue Sud-Est di Parigi porta nella capitale, una passeggera chiama la polizia

Francia tra i due fuochi di islam e antisemitismo. Sventato un attentato. "Segnate" le case ebree
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Due allarmi, identici. Nella metropolitana che dalla banlieue Sud-Est di Parigi porta nella capitale, una passeggera chiama la polizia. Poi un addetto della medesima Rer C, tramite il canale d'emergenza. Stessa descrizione: una donna velata da capo a piedi sta gridando «Allah Akbar» e «Boom!» a bordo del treno diretto nella Ville Lumière dalla Val-de-Marne. Minaccia di farsi saltare. Sono le 7,20 di ieri mattina. La paura del terrorismo di matrice islamica ripiomba in un attimo in una Francia già scossa dai crescenti atti antisemiti: più di 850 in tre settimane, dice la premier Borne all'Assemblée. Dal 7 ottobre, più del doppio rispetto all'intero 2022.

La polizia arriva intanto alla stazione Bibliothèque-François-Mitterrand con un collaudato protocollo: specifico per le minacce kamikaze. Sanno cosa fare. Il treno è dentro Parigi. Intimano alla donna di star ferma, di farsi avvicinare e controllare i documenti. Lei continua a inveire. Si scaglia come se volesse farsi esplodere. E mentre la metro viene evacuata, gli agenti sparano: 5 colpi almeno. Uno la ferisce gravemente all'addome. Iniziano i guai. Viene aperta un'inchiesta interna per capire se gli agenti abbiano rispettato la procedura. Mentre della donna, in ospedale, non si occupa neppure la procura antiterrorismo perché addosso non le hanno trovato traccia di esplosivo. Si prova a capire chi sia. Non ha documenti. Si risale a una donna fermata nel luglio 2021, che sfidò con un cacciavite una pattuglia di militari dell'operazione antiterrorismo «Sentinelle». Nazionalità francese, 38 anni, all'epoca finì in un centro di riabilitazione per turbe psichiche.

Schedata sì, squilibrata forse. Ma non considerata una minaccia, ammette il prefetto a caldo. «Gli agenti hanno preso la decisione giusta - spiega Axel Ronde, portavoce della polizia - Era estremamente determinata e non avevano scelta, se non neutralizzarla». Il portavoce del governo, Olivier Véran, conferma: era stata «condannata».

Mentre Borne in Assemblée è costretta ad affrontare il risveglio choc vissuto ieri mattina nel XIV° arrondissement, sulla rive gauche, dove sono comparse sui muri una sessantina di stelle di David blu, dopo quelle trovate nelle ultime 72 ore sulle case di alcuni ebrei residenti in periferia nella Senna Saint-Denis e Aubervilliers. Clément Beaune, ministro dei Trasporti, parla di «immagini rivoltanti che ricordano le ore più buie della nostra Storia». Tutte identiche, fatte col medesimo stencil. Le procure di Bobigny e Parigi hanno aperto inchieste. Il prefetto parla di «piste a Parigi e in banlieue». Il reato è punito col carcere fino a 4 anni e 30 mila euro di multa. Ma si contano anche episodi di violenza fisica, scuole ebraiche e sinagoghe presidiate perché nel mirino, incendi di portoni contrassegnati con la scritta «ebreo», svastiche: 430 fermati e una ventina di condanne dal 7 ottobre. E il contagio potrebbe colpire anche altrove. Ieri a Roma ignoti hanno tentato di dare fuoco a due pietre d'inciampo. Il fatto è avvenuto a Trastevere. Le pietre ricordano la deportazione di Michele Ezio Spizzichino e Amedeo Spagnoletto. «Mi auguro che non si ripeta anche da noi quanto sta avvenendo a Parigi», ha detto l presidente della Comunità Ebraica di Roma, Victor Fadlun».

Il ministro dell'Interno francese Darmanin parla di «antisemitismo latente». Borne dà la linea: «È dovere della République proteggere tutti gli ebrei di Francia».

Nel Paese che ospita la più grande comunità ebraica d'Europa ma anche quella musulmana più ampia, l'allerta resta alta. Al 77% dei francesi non piace l'atmosfera che si respira. L'83% è spaventato dal ritorno dell'odio antisemita.

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