"Silvio un fratello unico al mondo. E quella volta in spider...". Intervista a Paolo Berlusconi

Il ricordo commosso del fratello: "Un esempio insuperabile, ha primeggiato in ogni campo, dalla tv alla politica"

"Silvio un fratello unico al mondo. E quella volta in spider...". Intervista a Paolo Berlusconi

Un anno dalla morte di Silvio Berlusconi. Parla suo fratello Paolo, 74 anni, imprenditore, che con Silvio ha condiviso tutta la sua vita.

Un anno : eppure lui sembra essere ovunque. Come se lo spiega?

«Non vorrei peccare di presunzione o di arroganza. Silvio è stato un uomo unico al mondo. Pensi a quello che ha fatto nella vita. Ha riscosso successi in qualsiasi campo si è cimentato. Prima come urbanista, poi ha salvato Il Giornale di Montanelli dal fallimento, permettendogli di essere quella voce fuori dal coro che ha accompagnato la crescita dell'Italia, è diventato il presidente della squadra di calcio che ha vinto di più in tutto il mondo. Ha inventato la televisione commerciale. Ha consentito a innumerevoli aziende, che prima erano legate solo a Carosello, di pubblicizzare i propri prodotti a livello nazionale. E ha favorito la crescita del loro fatturato e ha dato lavoro a milioni di persone. Poi ha avuto la geniale intuizione di avere creduto in Doris e ha dato vita alla Mediolanum e a un nuovo modello di banca. E poi alla fine, quando in politica la magistratura milanese aveva decretato la fine della prima Repubblica, salvando unicamente il Partito comunista, ha impedito che l'Italia cadesse nelle mani della sinistra. Ha fondato un partito nello scetticismo generale, quando tutti gli davano del matto. E oggi quel partito è l'elemento fondamentale di coagulo della coalizione di governo. Da ultimo, è stato lo statista più stimato, conosciuto e amato nel mondo».

Quale è stato il suo successo più importante?

«La fine della guerra fredda con la stretta di mano tra Bush e Putin a Pratica di Mare. Merito suo».

Lei è molto orgoglioso di suo fratello

«Tutti coloro che vogliono sentirsi orgogliosi di essere italiani li invito a rivedere il video col discorso di Silvio al Congresso americano nel marzo del 2006. E ad ascoltare i lunghissimi minuti di applausi. Pelle d'oca».

Come è passato quest'anno senza Silvio?

«Anno strano. Eravamo tutti abituati alla sua presenza, a sentirlo vicino, ad applaudirlo. Adesso che non c'è, tutti lo sentono ancora vivo. Perché? perché è stato unico».

La vedo ancora commosso. Sembra che non sia riuscito ad uscire dal lutto.

«Oggi ancora piango e mi emoziono quando parlo di lui. Però sono passato dal grandissimo dolore ad uno stato di serenità. Mi dico: Silvio ha vissuto 86 anni. Non ha niente da recriminare col Padreterno. Ha avuto una vita lunga e fantastica. È riuscito a fare tutte le cose che voleva fare. Dobbiamo essere felici di avere avuto la fortuna di conoscerlo. Io sono stato il più fortunato di tutti perché quando ho aperto gli occhi per la prima volta mi sono trovato accanto questo fratello straordinario».

Che fratello è stato?

«Il fratello maggiore che mi teneva per la testa quando tentavo di dargli i pugni».

Non mi dica che tentava di picchiarlo?

«Sì, ma non ci riuscivo perché io ero mingherlino, lui aveva un fisico della Madonna».

È stato un fratello vicino?

«Sempre. Io ho goduto della sua vicinanza nel mio crescere. Avevo 13 anni meno di lui... Una volta mi disse: Ti faccio vedere come si conquistano le donne».

Ah, ecco, me l'aspettavo

«È sceso dalla spider. C'era una bella ragazza in un negozio, dietro una porta di vetro. L'ho visto che andava lì, parlava un po', poi le dava un bigliettino e quella scriveva qualcosa. È tornato in macchina e mi ha fatto vedere il numero di telefono. Gli ho chiesto stupìto: Come hai fatto? Mi ha risposto: Le ho detto: guarda in quella auto lì fuori c'è mio fratello e gli ho detto che ti strappavo il telefono. Non farmi fare brutta figura».

Un altro aneddoto, la prego.

«No. Non posso Beh, uno sì

Una volta gli ho chiesto un piacere. Gli ho detto se poteva chiedere a Putin di darmi il nome di una persona con cui colloquiare su affari di petrolio. Lui mi rispose: No. Io insistevo. Lui mi disse: Con Putin io ho un rapporto di amicizia e un rapporto tra statisti. Affari zero. Capisce che tipo era? Mi fanno ridere quelli che pensano che Silvio fosse solo affari».

Finì lì?

«No. Dopo altri due anni io torno alla carica. E lui dopo un po' mi dice: Paolo, quando ho incontrato Putin stavo per chiedergli quel piacere, ma proprio mentre stavo per parlare lui mi ha detto: Silvio, tu sei l'unico che non mi ha mai chiesto nulla. E allora ho rinunciato».

Diceva la verità?

«No. Era chiaro che era una bugia. Una di quelle bugie che io chiamo le bugie bianche. A fin di bene».

Dicono che fosse generoso.

«Andava l'estate a lavorare in crociera e poi portava i soldi a mamma e papà. Una volta tornò e disse: Non ho soldi. Gli chiedemmo perché. Ho incontrato un missionario in un'isola con dei bambini che avevano fame, e gli ho dato tutto quello che avevo guadagnato. Dopo un mese dalla sua morte sono andato ad una messa a Roma e il monsignore dopo la messa mi ha raccontato di quando Silvio gli fece una grossa donazione ma con una condizione: che restasse un segreto».

Nell'ultimo scritto che ci ha lasciato c'erano idee molto cristiane...

«Sì, quello scritto era il suo testamento. Ci ha detto tra l'altro che lui aveva sei figli: i cinque ragazzi più Forza Italia».

A proposito, soddisfatto del risultato elettorale?

«Certamente. Poi mio fratello si sarebbe lamentato perché lui voleva sempre qualche punto in più. Però noi dobbiamo guardare sia al risultato della coalizione, che è ottimo, sia al fatto che Forza Italia ha dimostrato di non essere un partito di plastica, come diceva qualcuno. È un partito consolidato come la forza che tiene insieme questa coalizione, perché garantisce l'equilibrio e la moderazione».

Cosa pensa di Tajani ?

«Tajani non è il suo delfino. È l'erede della volontà politica di Silvio. Della sua visione, descritta molto bene nel libro di Del Debbio. Tajani è il portavoce del presidente che c'è ancora».

Quanto dei vostri valori vengono dai vostri genitori?

«Io sono fortunato. Ho quattro figli che si amano immensamente. Fantastici. Ho avuto il fratello che lei sa. E due genitori meravigliosi. I valori che ci hanno lasciato i genitori hanno plasmato Silvio.

L'ultimo regalo che ci ha fatto è stato l'amore che ha dato ai propri figli, i quali hanno dato un esempio unico di come si possano gestire le eredità onorando la memoria del padre. Nelle grandi famiglie, lei sa, non sempre succede».

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