È stato un grande bagno di responsabilità quello del presidente Giorgia Meloni e di tutto il governo per aver nominato Cingolani consulente per l’energia. Una consulenza a titolo gratuito a colui che è stato il ministro più importante del governo Draghi, rispetto al quale Meloni e Fratelli d’Itaia sono stati sempre all’opposizione. Ma oggi, vista la situazione, e i dossier cruciali già in mano a Cingolani, Meloni si butta alle spalle le critiche e abbraccia il fardello della responsabilità.
Già domani Cingolani sarà insieme al ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, al Consiglio dei ministri dell'Energia Ue a Lussemburgo. Il vertice avrà all'ordine del giorno uno scambio di vedute fra i ministri dei 27 sul pacchetto di proposte sull'energia presentato dalla Commissione europea il 18 ottobre e sull'intesa in materia raggiunta dai capi di Stato e di governo al Consiglio europeo il 21 ottobre.
I ministri esamineranno in particolare il rafforzamento della solidarietà fra i Paesi, attraverso un miglior coordinamento degli acquisti di gas (la piattaforma comune europea di acquisto sostenuta dalla Germania) e gli scambi di gas attraverso le frontiere (cioè il meccanismo di solidarietà per sopperire ad eventuali carenze di gas in alcuni stati). Si affronterà anche la definizione di benchmark di prezzo affidabili, cioè il price cap dinamico e temporaneo alla borsa Ttf di Amsterdam, sostenuto da 15 Paesi fra i quali Francia e Italia, e il nuovo indice europeo del Gas naturale liquefatto, che sostituisca il Ttf dal prossimo anno. I ministri parleranno poi della revisione della Direttiva sulla prestazione energetica, quella che indica le strategie per il rinnovamento degli edifici verso una maggiore efficienza energetica.
Cingolani tra le altre cose è colui che è riuscito a trovare la nave rigassificatore che andrà a Piombino per mettere in sicurezza la fornitura di gas per il Paese. La scelta è stata accolta subito favorevolmente dal presidente di Confindustria Bonomi: “L'energia è una priorità, un'emergenza che dobbiamo affrontare velocemente e va fatto all'interno di un quadro di finanza pubblica, non possiamo scassare i conti dello Stato".
Anche dall’opposizione sono arrivati i complimenti per la scelta del governo Meloni. "Cingolani fa benissimo a dare una mano e Meloni ha fatto altrettanto bene a chiederglielo. In una democrazia matura nessuno si sognerebbe di fare una polemica su questo”, ha detto Calenda. Con lui dal terzo polo anche Raffaella Paita di Italia Viva: "In un mondo normale il fatto che Cingolani resti a fare il consulente nel nuovo governo sarebbe del tutto positivo e non dovrebbe creare un caso: la continuità su un dossier delicato come l'energia è essenziale. Cingolani ha lavorato bene e bene ha fatto Giorgia Meloni a volerlo nella sua squadra”.
E invece Fratoianni lo insulta chiamandolo "climafreghista": "Per qualcuno era un 'grillino' o addirittura il 'supremo'. Adesso è fra i cosiddetti 'patrioti' al governo. Noi non avevamo dubbi prima e non ne abbiamo ora: è un climafreghista come altri”.
Rincara la dose il suo collega del "partito Cocomero" Bonelli: "Sull'ambiente manca una visione di sistema che è in linea con il centrodestra che non ama particolarmente l’ambiente” dice quello contrario al rigassificatore di Piombino. “Cingolani ha fatto politiche contro il clima quindi è in linea con la visione della destra, siamo molto preoccupati- insiste Bonelli - Meloni ha sempre detto che la transizione ecologica è solo ideologia. Cambiare nome non serve proprio a nulla, contano le idee. Manca una visione di sistema che è in linea con il centrodestra che non ama particolarmente l'ambiente. Lo spacchettamento è una forma di lottizzazione. Adesso vedremo cosa faranno", e ancora "Cingolani ha fatto politiche contro il clima. Quindi è in linea con la visione culturale politica della destra. Cingolani ha rallentato i processi verso l'auto elettrica e le rinnovabili. Noi siamo molto preoccupati. Il nuovo ministro è stato di fatto commissariato dal precedente ministro. E' singolare che Meloni che ha fatto la sua campagna elettorale contro il governo Draghi, oggi recuperi tasselli di quel governo”.
Questi sono gli alleati del Partito Democratico, che pure fino a qualche giorno fa sventolava ancora l’agenda Draghi accusando gli altri partiti che hanno voluto chiamare gli italiani al voto. I due cocomeri che solo grazie al Pd hanno guadagnato qualche seggio uninominale, attaccano Cingolani e lo chiamano “climafreghista”. Il Pd è daccordo? Non si sa, ora stanno litigando sulla data del congresso.
"Sarò advisor per l'energia per Palazzo Chigi, al lavoro per superare l'inverno vista l'emergenza che ci troviamo a fronteggiare". Dice Cingolani: “Con il nuovo ministro dell'Ambiente e sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin vedremo insieme cosa fare. L'idea, che era già stata discussa informalmente, è quella di chiudere tutti i dossier che sono ancora aperti, tutte le questioni più urgenti a partire dal price cap e dai rigassificatori. Si tratta di una tale mole di problemi e di argomenti che chiunque venisse al ministero impiegherebbe uno/due mesi per prendere tutto in mano e capire. In questo modo, invece, posso garantire una continuità immediata". Cingolani non avrà alcun tipo di delega, né tanto meno poteri di firma, né avrà poteri commissariali. "Non sono nemmeno pagato, lo faccio per spirito di servizio. Sarà un incarico a tempo per dare modo al nuovo ministro di prendere in mano tutto", precisa.
Con Pichetto "ci siamo già parlati quattro o cinque volte e con lui ho degli ottimi rapporti: gli passo le consegne e ci mettiamo d'accordo su quello che può essere utile. Fermo restando poi che il presidente del Consiglio ti può chiedere quello che vuole quando vuole".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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