Il suo nome era uscito nei giorni scorsi anche per il «toto-Quirinale». Franco Frattini, infatti, uomo delle istituzioni lo è sempre stato. Ieri invece è arrivata la nomina a presidente del Consiglio di Stato, dove rivestiva dall'aprile scorso la carica di presidente aggiunto al fianco di Filippo Patroni Griffi. Fin dal suo esordio giovanissimo come Consigliere di Stato nel dicembre del 1986, Frattini, 64 anni, vanta una lunga carriera, anche politica. È stato infatti ministro degli Esteri nell'esecutivo guidato da Berlusconi, e poi sempre con Berlusconi ha gestito la Funzione pubblica. Carica questa poi rivestita anche nell'esecutivo Dini. È stato presidente del Copaco (Commissione parlamentare di controllo sui servizi segreti) tra il 1996 e il 2001.
Vicepresidente della Commissione Europea, responsabile per la Giustizia, la Sicurezza, l'immigrazione e i Diritti Fondamentali. È autore di pubblicazioni giuridiche e già Presidente, ovvero componente, di commissioni governative e istituzionali con compiti di studio e consultivi.
La nomina sarà formalizzata con la delibera del Consiglio dei Ministri e dal decreto del Presidente della Repubblica. L'attuale presidente Patroni Griffi resterà in carica fino al giuramento come giudice costituzionale.
La nomina è stata accolta con favore dal mondo politico. In tanti riconoscono in Frattini le doti di equilibrio, senso dello Stato e profonda conoscenza delle tematiche giuridiche.
Da Di Maio a Urso, da Schifani a Moles, tutti riconoscono le doti umane e le sue competenze giuridiche che, secondo il capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, «sono un valore aggiunto indiscusso che qualificheranno al meglio questa presidenza in un momento tanto delicato per il nostro Paese».
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