Roma - Matteo Salvini ha compreso a sue spese il proverbio romano «meglio un morto in casa che un marchigiano alle porte» (nella versione toscana «...di un pisano all'uscio»). Il suo tour elettorale nelle Marche ha registrato un «all in» di uova, pomodori e bottiglie: Porto Recanati, Macerata, Ancona. Ogni città toccata sono contestazioni e fischi. E per completare la giornata, il segretario della Lega raccoglie anche la rampogna dal leader storico dei Lumbard.
Secondo Umberto Bossi, Salvini «è ancora troppo giovane per essere il leader del centrodestra». E per completare la presa di distanza, aggiunge: «I campi rom sono il male minore»; vista l'intenzione di Salvini di raderli al suolo con le ruspe. L'idea di utilizzare i caterpillar, il segretario della Lega la estende - parlando a Fano - anche all'Hotel House: un condominio multietnico di Porto Recanati. «Dovrebbe essere raso al suolo. E non solo metaforicamente». E quando arriva davanti al condominio in questione, ad aspettarlo c'è un cordone di immigrati, soprattutto nordafricani, che gli impediscono di parlare. La polizia, in questo caso, evita di sfondare il cordone, e Salvini parte per Macerata.
Qui, la situazione non cambia. Un centinaio di esponenti dei centri sociali contestano l'intervento del segretario lumbard. Gli agenti caricano. Ed il bilancio è di due giovani feriti. Immediato il commento di Salvini su Facebook: «300 cittadini per bene, molti giovani, in piazza ad ascoltare le proposte della Lega. GRAZIE! A poca distanza, 30 perditempo dei centri a-sociali a lanciare le solite uova: ma non hanno dei genitori che gli tirino due schiaffi educativi???».
Ad Ancona, la solita solfa. Urla, uova, pomodori lo accolgono nella centrale piazza Roma. E Salvini commenta: «E pensare che questa gente qui magari il 25 aprile stava a parlare di democrazia e libertà». Soliti scontri con gli agenti. Un uovo filtra dalla folla e la provvidenziale apertura di un ombrello ne ferma la corsa prima di colpirlo. E lui commenta: «Tra i manifestanti che tiravano bottiglie c'erano bandiere del Pd». Forse, se quell'uovo l'avesse preso, gli avrebbe fatto meno male delle parole di Bossi. «Salvini segretario? Non era previsto che io me ne andassi. Me ne sono andato dopo che la magistratura ha fatto il gran caos». Il leader storico dei Lumbard parla in un'intervista a Piazzapulita su La7.
Ed a proposito del ruolo della magistratura, Bossi osserva: «Colpa della magistratura? Per far entrare il nemico nel castello è meglio se c'è qualcuno che apre il portone dall'interno. Ho dei sospetti su chi sia stato, ma li tengo per me», aggiunge il Senatur. Fa capire insomma che all'interno della Lega qualcuno lo ha tradito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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