La fretta di Trump: "Ho una scadenza". La richiesta a Putin: "Vladimir, fermati"

Il tycoon pressa per l'accordo e punge Zelensky: "Difficile trattare con lui, non ha carte da giocare se non la pace". Lo scontro sul rifiuto di cedere la Crimea

La fretta di Trump: "Ho una scadenza". La richiesta a Putin: "Vladimir, fermati"
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Donald Trump ribadisce di volere un accordo tra Russia e Ucraina, e se da un lato attacca Volodymyr Zelenksy per il suo rifiuto di cedere la Crimea, dall'altro dice a Vladimir Putin di «fermarsi» con i raid. «Non sono contento degli attacchi russi a Kiev. Non necessari, e in un pessimo momento. Vladimir, stop! Muoiono 5000 soldati a settimana. Facciamo in modo che l'accordo di pace si concluda», afferma il presidente americano su Truth dopo che lo zar del Cremlino ha condotto l'offensiva più mortale contro l'Ucraina degli ultimi nove mesi. Il tycoon ripete di avere «una sua data limite» entro la quale le parti dovranno accettare una proposta statunitense prima che Washington si ritiri dalle trattative: «Ho la mia scadenza e vogliamo che sia rapida», spiega a margine dell'incontro con il premier norvegese alla Casa Bianca.

Il comandante in capo è convinto di aver raggiunto «un'intesa con la Russia» per porre fine alla guerra, ma ora deve ottenere il via libera di Zelensky: «Pensavo che sarebbe stato più facile trattare con lui. Finora è stato più difficile», dice del collega ucraino. D'altronde Trump non gli ha lesinato le critiche per il suo rifiuto di riconoscere la Crimea come russa, definendolo un uomo «senza carte da giocare». «Sono dichiarazioni incendiarie come quelle di Zelensky che rendono così difficile risolvere questa guerra. Non ha nulla di cui vantarsi. La situazione per l'Ucraina è disastrosa: può ottenere la pace o può combattere per altri tre anni prima di perdere l'intero Paese», avverte. E sull'eventualità di un incontro a Roma a margine dei funerali di Papa Francesco, Trump taglia corto dicendo che non sa se il collega di Kiev ci sarà. In ogni caso, in agenda non ha per ora bilaterali con altri leader mondiali. Secondo fonti dell'agenzia Bloomberg, gli Stati Uniti chiederanno a Mosca di accettare il diritto di Kiev ad avere il proprio esercito e un'industria della difesa nell'ambito dell'accordo di pace, oltre a restituire all'Ucraina la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Zelenksy, da parte sua, spiega che «l'Ucraina fa tutto quello che vogliono gli alleati, ma non può cambiare idea sulla Crimea». E poi ricorda le parole dell'ex segretario di Stato Usa Mike Pompeo, in carica durante il primo mandato di The Donald, che confermava il non riconoscimento dell'annessione della penisola da parte di Mosca.

L'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Kaja Kallas, intanto, scrive su X che «mentre afferma di cercare la pace, la Russia ha lanciato un attacco aereo mortale su Kiev. Questa non è una ricerca della pace, ma una sua presa in giro. Il vero ostacolo non è l'Ucraina, ma Mosca, i cui obiettivi bellici non sono cambiati». E anche il presidente francese Emmanuel Macron sottolinea che «gli americani devono prendersela soltanto con una persona, Putin». Durante la sua visita in Madagascar il titolare dell'Eliseo lancia pure un appello all'omologo russo affinché «smetta di mentire» quando afferma di volere la pace continuando a bombardare. «C'è soltanto una risposta che aspettiamo: Putin è d'accordo per una tregua incondizionata?», ribadisce Macron. Mentre per il premier britannico Keir Starmer gli ultimi raid sono destinati a «ricordarci in concreto che la Russia è l'aggressore», insistendo poi sull'importanza di far sì che Putin accetti «un cessate il fuoco senza condizioni».

Dal Cremlino, nel frattempo, il portavoce Dmitry Peskov afferma che la posizione di Trump sulla Crimea è «pienamente coerente» con quella russa. In precedenza il tycoon ha detto che Kiev ha perso già da tempo la penisola affacciata sul Mar Nero.

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