I dubbi degli albergatori, la soddisfazione di Coldiretti, la frustrazione nel mondo della scuola, la preoccupazione delle forze dell'ordine per i controlli, l'impegno della struttura commissariale e delle regioni per allargare a tutta la popolazione la campagna vaccinale velocizzandola in vista del Natale. Il via libera al doppio green pass cambia nel concreto la nostra quotidianità al fine di preservare la libertà di movimento di chi si è vaccinato ma solleva molti dubbi rispetto alla sua effettiva possibilità di applicazione. Il primo obiettivo di questo provvedimento è evidentemente quello di indurre gli oltre 6 milioni di italiani ancora totalmente scoperti a vaccinarsi. Al momento le prime dosi stentano a decollare: intorno alle 20mila in 24 ore nei giorni scorsi, ieri quasi 13mila. Bene le terze dosi che superano il tetto dei 5 milioni tra addizionali e booster. Ma con l'allargamento alla platea degli over 18 sono circa 22 milioni le persone che andrebbero vaccinate entro la fine dell'anno. E di fronte ai contagi in salita con le strutture sanitarie già sotto pressione il Friuli Venezia Giulia, che insieme a Bolzano entrerà in zona gialla da lunedì, sceglie di anticipare i divieti per chi non è vaccinato. Il presidente, Massimiliano Fedriga, in accordo con il governo introduce da subito il decreto che nel resto d'Italia entrerà in vigore il 6 dicembre mentre l'ordinanza per il passaggio in giallo sarà firmata domani dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Quindi niente ristoranti, cinema e discoteche per chi ha il pass da tampone.
L'applicazione del doppio pass accolta con favore oltre che dagli operatori sanitari preoccupatissimi di fronte alla risalita della cruva pandemia anche dal mondo economico perhcè si spera salvi il consueto boom di consumi natalizio solleva però dubbi perché dalla sua stessa impostazione derivano disparità di trattamento. Ad esempio l'imposizione del pass semplice, con tampone, anche per gli alberghi suscita le proteste della categorie. Confindustria Alberghi fa notare che le famiglie con bambini piccoli non faranno in tempo a vaccinare i figli nella fascia 5-11 anni per i quali è difficile che possano iniziare le somministrazioni una volta che il vaccino sarà autorizzato prima della metà di dicembre. Federalberghi, Confcommercio, evidenzia che l'obbligo pesa solo sugli alberghi, ma non sulle altre forme di ospitalità, una disparità di trattamento che svantaggerà ulteriormente gli hotel. E di discriminazione parlano anche i sindacati scuola. «Il vaccino va benissimo, lo ripetiamo da mesi, ma non può essere 'unica arma di attacco. Né si può rendere obbligatorio per legge solo per alcune categorie. E' qui il problema: l'obbligatorietà selettiva», dice il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.
Sui contagi rilancia l'allarme la Fondazione Gimbe alla luce dei dati rilevati dal 17 al 23 novembre. I nuovi casi segnano un più 27%; i ricoveri, più 15,8; terapie intensive, più 16,4%. Sono in ritardo i richiami che entro la fine dell'anno devono coprire 22,6 milioni di persone. Dati in peggioramento «per la quinta settimana consecutiva», avverte Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe. Anche il bollettino quotidiano registra l'aumento dei contagi: 13.764 i nuovi positivi. Con un totale di 649.998 tamponi il tasso di positività resta al 2,1%.
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