Fs, dalle banche 3,5 miliardi sulla scommessa energetica

Il prestito monstre per la realizzazione di impianti capaci di rendere più autonomo il gruppo. La linea di credito assicurata da nove istituti

Fs, dalle banche 3,5 miliardi sulla scommessa energetica
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Pochi sanno che per far viaggiare i treni su e giù per lo Stivale il gruppo Fs occupa la prima posizione come consumatore di energia in Italia con una quota pari a circa il 2% della domanda nazionale. Le Ferrovie invece lo sanno bene e nel piano industriale al 2031 primeggia nero su bianco l'obiettivo di ben 2 GW di capacità da nuovi impianti da fonti rinnovabili in modo da coprire il 40% del fabbisogno di energia elettrica del gruppo.

Da primato è anche la nuova linea di credito per complessivi 3,5 miliardi di euro ottenuta da Fs per soddisfare le esigenze di liquidità del gruppo. Si tratta della più grande operazione finanziaria di sempre di Ferrovie dello Stato. «La size raggiunta e l'elevato numero di controparti coinvolte confermano l'interesse del mercato ed il successo dell'operazione», spiega in una nota il gruppo guidato da Luigi Ferraris.

La linea di credito committed e revolving, di durata triennale e sottoscritto da un pool di nove banche ed istituzioni finanziarie, è strutturata come un prodotto Sustainability Linked, ossia le sue condizioni - dal tasso d'interesse ad altri costi - dipenderanno dal raggiungimento di obiettivi specifici legati alla sostenibilità. Nel dettaglio il maxi-finanziamento è legato al raggiungimento di target relativi a tre Key Performance Indicator (KPI): la percentuale di capex allineati alla tassonomia dell'Unione Europea per gli investimenti, l'efficienza energetica (rapporto tra il consumo energetico rispetto ai ricavi operativi del gruppo) e l'aumento della percentuale di donne rispetto al totale dei dipendenti del gruppo controllato al 100% dal Tesoro.

Sul fronte investimenti, Ferrovie sta implementando gli sforzi come confermato dalle evidenze del primo trimestre 2024: gli investimenti tecnici sono stati pari a 3,2 miliardi di euro (il 98% in Italia), con un balzo del 49% rispetto al primo trimestre 2023. La parte del leone la fanno gli investimenti relativi ad infrastrutture ferroviarie e stradali (2,8 miliardi), tra le quali la linea Alta Velocità Torino-Milano-Napoli, la Napoli-Bari, la linea AV/AC Verona-Padova tratta Verona-Vicenza, la Milano-Verona tratta Brescia-Verona e la tratta Terzo Valico dei Giovi.

Sotto la guida di Ferraris, la cui poltrona stando alle ultime indiscrezioni di stampa potrebbe essere prossimamente occupata da Stefano Donnarumma (a Ferraris verrebbe riservata la guida di NetCo, la rete tlc ceduta da Tim), gli investimenti pianificati ammontano a 180 miliardi nell'arco di dieci anni (oltre ai 25 miliardi rivenienti dal Pnrr). Un passaggio chiave del prossimo mandato triennale potrebbe essere la quotazione in Borsa di Fs, con il Tesoro disposto a mettere sul mercato una quota di minoranza nell'ambito del piano di privatizzazioni da 20 miliardi.

«La scelta sarà se vendere a fondi privati o quotare il gruppo in Borsa, con la seconda opzione più probabile. L'Ipo già nel 2025 dipenderà anche dalle condizioni dei mercati», sottolinea Filippo Diodovich, market strategist di IG.

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