L'avvicinarsi del 25 settembre e i sondaggi che non accennano a virare in favore della sinistra, anzi, stanno innervosendo i dem più del dovuto. L'ipotesi che possa essere il centrodestra a vincere le elezioni sembra impossibile da digerire per il Pd e i kompagni, abituati a governare anche senza avere il consenso popolare. E i malumori della sinistra italiana si ripercuotono anche all'estero, da dove arrivano le Armate Brancaleone in sostegno di Enrico Letta. Così come il segretario dem sta conducendo una campagna elettorale scomposta e disarticolata volta solo a denigrare la parte politica opposta, allo stesso modo dall'estero i supporter di Letta attaccano il centrodestra e, in particolar modo, Giorgia Meloni, con le stesse modalità. Gli ultimi in ordine di tempo sono i tedeschi del noto Sueddeutsche Zeitung, che senza girarci troppo attorno hanno titolato: "Fugace come una scoreggia".
Il riferimento, nemmeno a dirlo, è a Giorgia Meloni. O meglio, agli italiani che sono pronti a votare Giorgia Meloni e alla loro volubilità. Secondo gli analisti stranieri, per i quali un governo di centrodestra è sinonimo di distruzione dell'Europa perché solo la sinistra, a loro dire, è garante della democrazia, ben presto l'Italia si sveglierà presto da quello che loro considerano un incubo, proprio perché gli italiani vengono considerati come dei poveri stolti incoerenti e poco affidabili, che cambiano idea come cambia il vento. Questa è la considerazione che l'Italia ha all'estero anche per colpa del modo in cui a sinistra stanno conducendo la campagna elettorale, mirata esclusivamente al bombardamento reputazionale del centrodestra.
"L'Italia si è innamorata di nuovo, questa volta della post-fascista Meloni. La cosa positiva è che (gli italiani) si disinnamorano altrettanto velocemente. In un Paese che evidentemente tutti possono governare una volta", basterebbe soffermarsi alla definizione di "post-fascista" di Giorgia Meloni per capire qual è l'orientamento di questo articolo e quale sia il suo tenore. Ma l'analisi sulla quale il giornalista che l'ha scritto basa le sue considerazioni viene fatta su espressioni di parte.
E lo stesso Filippo Ceccarelli, analista politico interpellato per la stesura del pezzo, non ha potuto fare altro che tentare un'arrampicata di specchi: "La frase di SZ non si riferiva a un partito né a un leader, ma al tradizionale e italianissimo fenomeno del salto sul carro del vincitore, con inni, tamburi, famiglie con la nonna che scoreggia, tutti cantano, ballano, siamo fatti così, sempre chiassosi ed esaltati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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