
In una società come la nostra, in cui la burocrazia gioca un ruolo tanto asfissiante, vanno osservate con attenzione le scelte che il governo si appresta a compiere. In effetti, il ministro Paolo Zangrillo (nella foto) ha annunciato che presto il consiglio dei ministri esaminerà qualche proposta che potrebbe segnare un fattore di discontinuità.
In particolare, il responsabile della Funzione pubblica vuole introdurre un freno alle votazioni sempre eccellenti attribuite ai dirigenti (e usate per le progressioni di carriera), così da introdurre elementi meritocratici e, in tal modo, mettere un po' più l'apparato pubblico al servizio della società. È legittimo essere scettici in materia, ma è egualmente doveroso provarci.
Oltre a ciò Zangrillo ha annunciato che vuole operare una maggiore responsabilizzazione di quanti si trovano ai livelli più alti, permettendo loro di cooptare i collaboratori. Se questo può subito far pensare (anche a ragione, senza dubbio) alla possibilità di abusi e favoritismi, è opportuno sviluppare qualche considerazione in più.
Innanzi tutto bisogna liberarsi dall'idea che i concorsi siano sempre basati su imparzialità, poiché qualsiasi cosa gestita da esseri umani è esposta al rischio di comportamenti scorretti. Ma soprattutto va rilevato che, poiché la cooperazione tra dirigenti è cruciale, è sensato che un direttore possa scegliere il suo vice, per operare con la massima efficacia. Se si facesse così, le posizioni apicali sarebbero la conseguenza di scelte compiute da soggetti che dovrebbero risponderne. La selezione operata da un dirigente che individua il proprio collaboratore non produrrà esisti negativi se verranno anche introdotte efficaci forme di valutazione degli uffici. Qualora le cose fossero così, ognuno sarà portato a puntare su persone di qualità, così da non subire in prima persona le conseguenze di scelte sbagliate.
È vero che qualsiasi ragionamento sulla funzione pubblica obbliga a fare conti con due problemi strutturali. Innanzi tutto quello dei funzionari di Stato è un universo «fuori mercato» e quindi difficile da valutare con efficacia; e infatti spesso i criteri utilizzati sono inadeguati.
Oltre a ciò è opportuno ricordare che quello della burocrazia statale è un mondo con la vocazione a essere autoreferenziale, e quindi più al servizio dell'apparato pubblico che dei cittadini contribuenti (nei confronti dei quali non di rado tende ad assumere atteggiamenti inquisitori).Riformare «le catene di carta» di cui parlava Franz Kafka è quindi senza dubbio un'operazione difficile. Va comunque tentata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.