Il ritorno a Washington non è stato certo tranquillo. Dopo i nove giorni e le cinque impegnative tappe del suo primo viaggio all'estero, Donald Trump ha trovato alla Casa Bianca il problema più serio da quando si è trasferito a Washington. Le rivelazioni sul genero, Jared Kushner, accusato di voler cercare un canale segreto di comunicazione con il Cremlino, potrebbero avere conseguenze imprevedibili sulla sua amministrazione.
Ad accogliere il presidente anche una indiscrezione di rilievo sul piano internazionale. Secondo il sito di informazione Axios, nato solo l'anno scorso ma già autorevole per il curriculum dei giornalisti che vi lavorano, Trump avrebbe confidato ad alcuni consiglieri di non avere la minima intenzione di confermare l'adesione al Trattato di Parigi sul clima. Tra i destinatari della confidenza ci sarebbe anche Scott Pruitt, che nega il concetto stesso di riscaldamento globale e che è stato nominato capo dell'Epa, Environmental Protection Agency, l'ente statunitense per la protezione dell'ambiente. Al G7 di Taormina gli Stati Uniti si erano rifiutati di prendere posizione in attesa di una decisione che sarebbe stata annunciata forse già questa settimana. Tutti i leader presenti avevano invitato gli Usa a rimanere nell'ambito dell'accordo. Il no agli altri Paesi industrializzati (ma anche alla Cina, che ha ratificato l'intesa) sarebbe il primo segnale concreto del nuovo corso internazionale voluto da Trump. Secondo Axios, il presidente sta valutando le strade da seguire per il «no»: un ritiro tout court o la richiesta di un voto al Senato. Il risultato pratico sarebbe lo stesso visto che i senatori sono in maggioranza favorevoli all'addio. L'arma nucleare sarebbe il ritiro dall'intera Convenzione Onu sulla protezione dell'ambiente, nell'ambito della quale l'intesa di Parigi è stata raggiunta. In questo caso gli Stati Uniti si taglierebbero fuori da qualsiasi confronto internazionale sul tema.
Il siluramento del trattato siglato da Obama sarebbe anche un segnale dell'indebolimento della posizione del genero di Trump, che, insieme alla moglie Ivanka, era notoriamente favorevole al suo mantenimento. La situazione di Kushner nei giorni di assenza del suocero si è fatta complicata. I dettagli sui suoi contatti segreti con i russi sono ormai numerosi e confermati da diversi organi di informazione. Trump, combattivo, con un tweet ha accusato i giornali: su mio genero «solo bugie inventate», il vero «nemico sono le fake news». Ma alla casa Bianca si stanno già stringendo contatti con gli avvocati incaricati di occuparsi di quello che potrebbe diventare un pericoloso braccio di ferro giudiziario. Allo studio anche la formazione di una squadra di consiglieri politici incaricata di seguire il caso.
E mentre a Washington la situazione è tesa, ieri Angela Merkel ha deciso di rendere ancora più profondo il solco con gli Usa emerso a Taormina. In una manifestazione elettorale in Baviera ha detto che «i tempi in cui potevamo affidarci completamente a qualcun altro sono finiti. Me ne sono accorta nei giorni scorsi». Certo, ha aggiunto, l'amicizia con gli Stati Uniti o la Gran Bretagna del dopo-Brexit rimane.
Ma ora «noi europei dobbiamo prendere in mano il nostro destino». Il riferimento, ovvio, era alla politica di «neo-isolazionismo» che sembra ormai stata imboccata dal presidente americano. Le parole della Cancelliera sono state accolte da un applauso durato un minuto.
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