È uno strafalcione, un errore da matita blu che in un esame universitario avrebbe portato senza rimedio alla bocciatura del candidato. Invece era contenuto in una delle tracce d'esame al concorso per entrare in magistratura. Le prove scritte si sono tenute la settimana scorsa a Roma. E in una delle buste chiuse preparate dalla commissione c'era il tema sbagliato. Non un refuso, si badi: proprio un'asinata. Siccome a scrivere quella asinata è stata una commissione nominata dal Consiglio superiore della magistratura il fattaccio porta inevitabilmente a chiedersi: come vengono selezionati i magistrati in questo paese? In base a quali criteri il Csm sceglie chi sceglierà i magistrati di domani?
Lo strafalcione era contenuto in uno dei tre temi di diritto penale preparati dalla commissione, come i tre temi di diritto civile e diritto amministrativo. Al momento delle prove scritte, il tema incriminato non è stato sorteggiato. Ma quando il contenuto di tutte le buste è stato reso noto, è saltato fuori anche lui. E sono iniziate polemiche a non finire, che continuano a agitare le chat sia degli aspiranti giudici che dei giudici in servizio.
Solo in apparenza lo strafalcione può apparire sottile. Il candidato viene invitato a dissertare sulla abolitio sine abrogazione di un reato. Visto che si parla in latino, andrebbe scritto abrogatione: ma pazienza. Il problema è che quel concetto semplicemente non esiste. Esiste il suo contrario: la abrogatio sine abolitione, una norma viene cancellata ma il reato continua a essere punito da altre norme. Ma quella che i commissari del Csm si sono inventati non sta scritta da nessuna parte.
È un problema di termini o di sostanza? «Purtroppo è un problema di sostanza - spiega Gianluigi Gatta, ordinario di diritto penale alla Statale di Milano - e il fatto che per puro caso la traccia non sia stata sorteggiata non riduce il pericolo che si è corso. Se un candidato ben preparato si fosse trovato davanti a quella domanda avrebbe pensato che si trattasse di un trabocchetto».
E invece era solo ignoranza, da parte di chi deve scegliere i giudici di domani. «Il problema - spiega ancora Gatta - è che il Csm i membri della commissione di esame li sorteggia tra tutti gli aspiranti. Ci sono regole che garantiscono la parità di genere e di provenienza geografica, nient'altro. Qualunque magistrato d'Italia se fa domanda e viene estratto a sorte diventa commissario d'esame, partecipa alla preparazione delle tracce e alla loro correzione».
Sui temi che le commissioni d'esame sottopongono agli aspiranti magistrati c'è polemica da tempo, e nel concorso della settimana scorsa anche il tema di diritto amministrativo è stato pesantemente contestato. Temi iperspecialistici, a volte fuori dalla realtà: «nella terza busta di diritto penale - racconta Gatta - c'era una ipotesi cervellotica, un caso sul quale le ultime sentenze risalgono agli anni Settanta del secolo scorso».
La conseguenza è che spesso a passare il concorso sono candidati che conoscono a memoria le sentenze, i secchioni usciti dalle scuole private di preparazione all'esame. «Invece - dice Gatta - i temi per il concorso di magistratura dovrebbero essere temi che facciano riferimento agli istituti generali del diritto, temi di ampio respiro tali da verificare la preparazione e la capacità di ragionare di un candidato sui fondamentali della materia. Invece si tende da anni a cercare temi di nicchia, si finisce a ragionare su una punta di spillo. Il bravo giudice non è quello che conosce tutte le sentenze, è quello che è in grado di fare un discorso ordinato. In facoltà ho degli assistenti bravissimi che al concorso non hanno neanche consegnato il tema».
A abbandonare l'aula d'esame senza neanche consegnare sono ormai valanghe di candidati, alla prova dei giorni scorsi su 7.374 candidati se ne sono ritirati oltre quattromila, e il rischio è che alla fine non si riescano a coprire i quattrocento posti a disposizione, messi a bando dal ministero per coprire i buchi d'organico della magistratura.
In occasione di uno degli ultimi concorsi, un magistrato membro della commissione d'esame accusò i candidati di non sapere scrivere in italiano. Ora sono i candidati a ribattere: sono le vostre prove che sono sbagliate.
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