Regionali, terremoto nel Pd: un sondaggio spaventa Zingaretti

Per la prima volta, in un sondaggio commissionato dai dem, il centrosinistra viene sorpassato dai rivali: al Nazareno si tenta di correre ai ripari

Regionali, terremoto nel Pd: un sondaggio spaventa Zingaretti

Scatta l'allarme tra i dem, più volte tremolanti a causa delle uscite poco felici e controproducenti del candidato alla presidenza della regione Toscana Eugenio Giani: i sondaggi relativi alle consultazioni del prossimo settembre, infatti, rivelano dei numeri particolarmente favorevoli all'ex sindaco di Cascina Susanna Ceccardi.

Il pensiero di poter perdere la roccaforte rossa sta togliendo il sonno agli esponenti del Partito Democratico, che hanno più volte richiamato all'ordine il proprio uomo nella speranza di raddrizzare la rotta prima di andare alla deriva. In effetti, fino a qualche mese fa, Giani era accreditato di un vantaggio di 6 punti percentuali sulla Ceccardi, cosa che sembrava indicare chiaramente la via delle intenzioni di voto in Toscana. Poi è arrivata la gestione dell'emergenza Coronavirus, il focus sulla questione immigrazione, con numerose città in condizioni critiche, le gaffes dell'uomo dei dem e la forbice tra i candidati si è notevolmente ridotta.

"Il mio avversario è Salvini, che si porta dietro al guinzaglio una candidata", aveva attaccato Giani, scatenando reazioni sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Una cosa che lo aveva fatto montare su tutte le furie, tanto che, invece delle scuse, aveva aggiunto polemicamente su Facebook: "Non accetto lezioni da un partito fondato sul culto del maschio forte al comando che svilisce i propri candidati utilizzandoli per fini che non hanno niente a che vedere con i temi politici e amministrativi che interessano la Toscana". Sul termovalorizzatore a Livorno si era proprio lasciato andare: "Farò l'impopolare ma scelgo un sito e su quello vo a diritto coi carri armati", aveva dichiarato in un video, poi rimosso.

Come riportato da Repubblica, ad aver espresso preoccupazione sulla questione numerosi rappresentanti del Pd tra cui Lotti ed il sindaco di Firenze Nardella: in molti avevano chiesto un cambio di strategia nella campagna elettorale, proponendo anche delle variazioni all'interno dello staff (Zingaretti stesso non aveva fatto mistero del suo malcontento). Fatto sta che dal +6% Giani era sceso ad un +2%, fino ad arrivare ad una situazione di sostanziale equilibrio. In un sondaggio commissionato dai dem, come riderito da "La Stampa", nelle intenzioni di voto il centrodestra avrebbe messo la freccia per la prima volta (43% contro 42,5% del centrosinistra): Giani oscillerebbe tra 40-44% dei consensi, Ceccardi tra 38-42%. Dato che c'è un margine di errore del 3% da tenere sempre in considerazione, si può parlare di una sostanziale parità tra i due candidati.

Nel complesso delle regioni che andranno al voto, secondo le previsioni iniziali, si consideravano con certezza da attribuire al centrodestra Marche e Veneto, al centrosinistra Toscana e Campania, con Liguria e Puglia, invece, dall'esito incerto. Il rischio di veder scivolare via la Toscana dalle grinfie dei dem può mischiare le carte in tavola, anche se una situazione di maggior equilibrio non dovrebbe sorprendere più di tanto, specie esaminando i dati dei capoluoghi di provincia: solo 4 su 10 sono controllati oggi dal centrosinistra, una condizione ben diversa rispetto a quando, 10 anni fa, Rossi aveva trionfato in Toscana ottenendo quasi il 60% dei consensi.

Per quanto concerne, invece, i singoli partiti, la Lega di Matteo Salvini è accreditata del 24,5%, secondo partito a circa 5 punti percentuali dal Pd che resta in testa col 29,5%.

A fare la differenza sarebbero i consensi attribuibili ai principali alleati, con Fratelli d'Italia che si assesta intorno al 9,5% e Italia Viva di Renzi che sprofonda al 4,5% nonostante il fatto che si parli di elezioni proprio nella sua Toscana.

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