Galli: «Omicron mi ha beccato e sono stato uno schifo»

"Ora sto discretamente meglio, ma sono stato una schifezza". Con queste parole il virologo Massimo Galli ha rivelato in diretta a Mattino Cinque News di avere il Covid.

Galli: «Omicron mi ha beccato e sono stato uno schifo»

«Ora sto discretamente meglio, ma sono stato una schifezza». Con queste parole il virologo Massimo Galli, 70 anni, - divenuto ormai da tempo una star del piccolo schermo - ha rivelato in diretta a Mattino Cinque News (perfino durante la convalescenza il professore non rinuncia alle ospitate tv ndr) di avere il Covid.

«A fine dicembre qualcuno mi ha passato Omicron, nonostante abbia condotto una vita ritirata vedendo poche persone», ha raccontato il super esperto in contagi. «Nel periodo tra Natale e Capodanno gli unici pazienti di cui mi sono occupato li ho sentiti per telefono e per mail - ha tenuto a far sapere l'ex primario del «Sacco» di Milano -. Ho incontrato appena una dozzina di individui senza mascherina e mai tutte assieme. Ciò la dice lunga su quanto sia capace questa variante».

«Sembra un paradosso - aggiunge - che in due anni di attività intensa, avendo visto malati per mesi ogni giorno in situazioni talvolta non di totale sicurezza, non mi sia beccato niente. Ho invece preso Omicron ora, da pensionato, che non fa alcuna mondanità (collegamenti televisivi a parte, ndr) e segue ogni cautela possibile». «Io sono pieno di anticorpi - sottolinea Galli - li ho valutati diverse volte, sono inserito negli studi che facciamo per sapere se i soggetti rispondono o no al vaccino. Io tecnicamente avevo risposto bene al vaccino in ciascuna delle tre vaccinazioni. Ma Omicron è un virus diverso».

Spazio poi alla dettagliata narrazione della sua odissea: «È cominciato tutto in una notte, saltando nel letto con brividi potenti e pizzicore al naso; poi ho perso un po' di gusto e olfatto, voce roca.

Sono qui per rassicurare gli altri, ma quando dicono che è una brutta influenza, posso allora dire che è stata la più brutta della mia vita». La prima però ad essere raccontata a favore di telecamera. E anche questo, nel suo genere, è un record da infettivologo catodico.

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