Gambe sprangate alla calciatrice del Psg. La mandante è la compagna di squadra

Kheira Hamraoui aggredita da alcuni uomini. Arrestata Aminata Diallo: il movente sarebbe la rivalità nel club e in nazionale

Gambe sprangate alla calciatrice del Psg. La mandante è la compagna di squadra

Dai punti partita a quelli di sutura. Un'aggressione alla campionessa del Paris Saint-Germain Kheira Hamraoui, la bionda 31enne conosciuta per i suoi assist e cross al centimetro verso l'area di rigore, tinge di giallo il calcio femminile francese. Vittima di un'imboscata avvenuta giovedì scorso, sarebbe stata la sua «riserva» a metterla fuori gioco, per subentrarle al Parco dei Principi in Champions League.

Peccato che inizialmente la società avesse silenziato il vero motivo dietro il forfait del piede fatato del Psg, in una gara vinta comunque 4-0 contro gli spagnoli. «Ragioni personali». Invece, c'era dell'altro. Non un infortunio, né un malessere. Ma una notte in ospedale dopo una brutale aggressione la sera in cui sarebbe dovuta rincasare accompagnata proprio dalla sua «riserva».

Dopo un cena con la squadra, infatti, la rivale 26enne Aminata Diallo le faceva da «taxi» verso il distretto dell'Yvelines, appena fuori Parigi. Ieri è stata arrestata con un'accusa pesantissima. Avrebbe architettato lei l'imboscata alla compagna di spogliatoio per soffiarle il posto; martedì, contro il Real, in campo è stata quindi schierata. Facendo impazzire tifosi e bookmaker. Parigi era già sconvolta dai dettagli di un caso dal perfetto stile «gangsta». Dopo l'arresto, polemiche sul blitz non reso noto per tempo dalla società e sulla pista dell'antagonista che avrebbe orchestrato il tutto per ragioni di carriera.

La vittima 31enne è infatti anche centrocampista della nazionale. Diallo è invece una panchinara di lusso che non avrebbe retto la sana competizione, stravolgendo gli ingredienti dello sport, rivolgendosi a dei balordi. Ben oltre la diatriba, e ben aldilà delle parole grosse negli spogliatoi, la polizia parla di «gambizzazione». Fatto per cui è in custodia cautelare. Interrogata dagli agenti di Versailles, non ha confermato coinvolgimenti.

Cos'è successo quindi al termine di quella cena di squadra in un noto ristorante della Ville Lumière? La sera del 4 novembre, al ritorno dai bagordi del Psg, insieme con due sue compagne di club, è andato in scena l'impensabile. Diallo è al volante dell'auto. Assalitori in passamontagna bloccano il veicolo su cui viaggiano. Uno di loro sarebbe riuscito persino a entrare nell'abitacolo, secondo il quotidiano l'Équipe. La centrocampista titolare viene colpita più volte al ginocchio con una spranga di ferro. Diversi punti di sutura nelle gambe e nelle mani, per Hamraoui. Mentre Diallo, misteriosamente illesa, scenderà in campo cinque giorni dopo senza dare spiegazioni. Fino alla bufera di ieri.

Alcune calciatrici avevano già nutrito sospetti sulla sua lealtà di panchinara. Nessuna avrebbe però mai ipotizzato un blitz ad hoc per toccar palla. La comunità sportiva si divide sull'affaire. Sulle due facce dello sport. Concorrenza deflagrata in follia o c'è dell'altro? Ben oltre la rivalità, il Psg solo ieri ha condannato «con fermezza le violenze commesse». Da giovedì, spiega la squadra, adottate «le misure necessarie per garantire il benessere e la sicurezza delle giocatrici e sta collaborando con la polizia per far luce».

Il caso riporta alla mente un precedente che sconvolse gli Stati Uniti nel '94, alle qualificazioni per i Giochi olimpici invernali di Lillehammer. La preparazione della squadra di pattinaggio artistico fece notizia il 6 gennaio a Detroit: si disputavano i campionati nazionali.

Solo due pattinatrici americane sarebbero andate in Norvegia. La migliore, Nancy Kerrigan, fu aggredita alle gambe con una spranga di ferro da quelli che furono scoperti essere «scagnozzi» della rivale Tonya Harding, che da «riserva» volò alle Olimpiadi.

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