Dalla Garbatella al porno, così l'hacker ha violato i segreti Italia

Miano, 24 anni, ha bucato i siti del ministero di Giustizia e delle Finanze. È stato arrestato mercoledì, tradito da un sito hard

Dalla Garbatella al porno, così l'hacker ha violato i segreti Italia
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Un hacker 24enne aveva in mano i segreti di mezza Italia. La mezza che conta, direbbe qualcuno. Grazie ad accessi abusivi è riuscito a scaricare i dati di 36 milioni di telefoni e svariati atti da ventisei differenti server. Dal suo quartier generale, un monolocale nel quartiere romano della Garbatella (proprio il tipo di ambiente in cui ci si immagina agire un hacker), Carmelo Miano, gestiva le informazioni sensibili del Paese. Il ragazzo è stato arrestato mercoledì scorso dalla polizia postale. Gli investigatori avevano piazzato una telecamera dietro la sua scrivania. E grazie al minuscolo dispositivo hanno potuto scoprire che lui spiava le procure che lo indagavano e scaricava le informative che lo riguardavano. In pratica, loro lo spiavano e lui spiava loro. I sistemi ai quali Miano era riuscito ad avere accesso erano in particolare tre: quello del Ministero della Giustizia, di Tim e della Guardia di Finanza.

Sembra che tutto abbia avuto inizio circa quattro anni fa. Nel 2021 infatti, per la prima volta era riuscito ad entrare nel sistema della Guardia di Finanza, attraverso i computer di bordo della nave pattugliatore «Greco» che ai tempi era ormeggiata davanti a Brindisi. La postazione digitale della nave non aveva infatti alcun antivirus e, addirittura, all'utenza del comandante era possibile accedere senza password.

Dalla scoperta di quella prima, gigantesca «falla» nella sicurezza, ha avuto inizio ogni cosa.

Per operare, Miano usava addirittura cinque «identità coperte» attraverso cui era riuscito a mettere mano su alcuni fascicoli di indagine sotto segreto investigativo.

Gli stessi inquirenti che si sono messi sulle sue tracce hanno ammesso che Miano è un vero «genio informatico», che li ha costretti a scervellarsi per oltre un anno nel tentativo di risalire a lui. Non solo, quando hanno scoperto che lui aveva trovato il modo di entrare nelle mail dei magistrati, sono stati costretti a ricorrere a diversi modi di passarsi le informazioni: via whatsapp, attraverso biglietti scritti e trasferiti a mano o per conversazioni dirette.

Dall'età di 22 anni Miano lavorava per la società NttData, un colosso internazionale nella cyber security. Già nel 2021 il ragazzo aveva subito una perquisizione del nucleo speciale tutela privacy della guardia di Finanza. All'epoca dei fatti l'indagine della procura di Gela verteva su una serie di black market nel dark web «dediti al traffico di sostanze stupefacenti» attraverso cui, persone vicine a Miano, erano riuscite a incassare 5milioni di euro in criptovalute. I guadagni sarebbero arrivati attraverso le operazioni di mixing delle criptovalute e con l'apertura di numerosi conti intestati a prestanome su cui far arrivare i soldi.

Tra gli indagati risultavano esserci anche la madre e il padre del giovane hacker.

Alla fine, a tradire Miano è stato un inciampo grottesco: la traccia lasciata navigando su un sito porno. Da lì, gli investigatori sono risaliti al suo Ip e sono arrivati a Roma.

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