Gas, Ursula delude l'Italia: Price cap no e austerity sì

Von der Leyen punta tutto su consumi più ridotti. Megatassa sugli extraprofitti. Riforme in alto mare

Gas, Ursula delude l'Italia: Price cap no e austerity sì

Giacca gialla, camicia blu. Come i colori della bandiera dell'Ucraina, rappresentata nell'aula dell'Europarlamento di Strasburgo dalla first lady Olena Zelenska. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, è stata molto attenta a curare questi dettagli mediatici nel pronunciare il suo discorso sullo stato dell'Unione. Il problema è che, a fronte di un'estetica che ha molto riguardo dei dettagli, si è manifestata una sostanziale povertà di contenuti che ha deluso le attese della vigilia. Le aspettative italiane di un price cap comunitario sui prezzi del gas sono state tradite, sebbene fosse stata von der Leyen stessa ad annunciarlo nei giorni scorsi. Se mai ci sarà, sarà poco vincolante. Il disaccoppiamento tra prezzi del gas e il resto delle fonti energetiche viene rinviato a fine anno.

Il piatto forte è la riduzione della domanda per mettere in imbarazzo chi lo vende. Non per niente viene lodata una cooperativa di produttori di ceramica di Città di Castello che ha spostato i turni produttivi all'alba per pagare meno. «Proponiamo misure che consentiranno agli Stati membri di ridurre il loro consumo complessivo di energia elettrica», ha detto la presidente aggiungendo che per aiutare imprese e cittadini in difficoltà «proporremo un massimale per le entrate delle imprese che producono energia elettrica a basso costo» perché «è sbagliato accumulare proventi straordinari approfittando della guerra, a spese dei consumatori». Insomma, «i profitti devono essere condivisi» e, ha proseguito, «la nostra proposta raccoglierà più di 140 miliardi di euro per gli Stati membri per attutire il colpo direttamente». E il resto? Sarà stabilito «un benchmark (un indice di riferimento; ndr) più rappresentativo» per il Gnl, il gas naturale liquefatto, rispetto al Ttf di Amsterdam. Per andare incontro al bisogno di liquidità delle utility la Commissione «modificherà il quadro temporaneo degli aiuti di Stato in ottobre per consentire la fornitura di garanzie statali». Infine, stanziati 3 miliardi di euro per una futura Banca europea dell'idrogeno.

La crisi, tuttavia, è adesso e alcuni Stati, a partire dalla potente Germania, si affacciano la recessione. Ma Berlino, essendo virtuosa, può permettersi di comprare il gas a qualsiasi prezzo e non vuole rischiare più nulla. L'Italia dovrà arrangiarsi. La dimostrazione più efficace? Due eurodeputate, la grillina Beghin e la melenchoniana Aubry hanno sventolato bollette per denunciare il caro-energia. Risposta laconica e poco empatica di von der Leyen. «Mandate quelle fatture a Mosca! Ecco a chi appartengono, da dove arrivano».

Anche in merito alla riforma dei Trattati non c'è da aspettarsi una rivoluzione. «Ritengo che sia giunto il momento di migliorare il modo in cui facciamo le cose e il modo in cui le decidiamo», ha rimarcato von der Leyen precisando che «se vogliamo seriamente un'Unione più ampia, dobbiamo anche essere seri sulle riforme; quindi, come richiesto da questo Parlamento, credo che sia arrivato il momento di una Convenzione europea». Ma anche qui la solidarietà è solo di facciata, niente che faccia pensare a un nuovo Next Generation Eu.

«Gli Stati membri dovrebbero disporre di una maggior flessibilità nel loro percorso di riduzione del debito, ma dovrebbe esserci tuttavia maggior responsabilità nell'attuare quanto concordato». Il Patto di stabilità sarà modificato concedendo più tempo a chi è in difficoltà come l'Italia, ma il rigore nei conti pubblici non dovrà venir meno. Il prossimo governo è avvisato.

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