La sinistra può immeditamente accogliere fra le sue braccia un nuovo "adepto": Alessandro Gassmann. L'attore, dopo un breve passato da delatore (ricordate la vicenda durante il lockdown?), ha sposato la rossissima causa "tassiamo gli italiani finché possiamo". Non bastavano Letta, Orlando e quanti sono ossessionati dal nostro portafoglio. Ci mancava lui, Gassmann.
Ma spieghiamo bene la questione. L'attore - lui come il resto dei suoi colleghi - utilizza i social per scrivere tutto ciò che gli passa per la testa. Dal "wow, che bella partita" a "sostengo la patrimoniale". Liberissimo, ci mancherebbe. Ma a volte bisogna rendersi conto che ad un'azione corrisponde una reazione. Ad un'azione non gradita, quindi, corrisponde una risposta piccata. E bisogna anche rendersi conto che, se si è un personaggio pubblico, le parole non passano inosservate.
Fatte queste premesse, ci fiondiamo su Twitter per leggere le parole di Gassmann. Purtroppo l'attore ci ha bloccato, quindi, dobbiamo ripiegare sulla navigazione in incognito. Con questa modalità cerchiamo il suo profilo social e vediamo che ieri pomeriggio cinguettava in un italiano zoppicante: "In momenti difficili, chi ha molto può - e secondo me dovrebbe - dare a chi è in maggiore difficoltà. Nel nostro Paese, chi è da anni in maggiore difficoltà sono i giovani. #patrimoniale" (Alessandro, mi sono permessa di cancellare tutte quelle virgole buttate un po' a casaccio, ndr). Queste due frasi sgangherate hanno fatto breccia nella "bolla" rossastra alla quale appartiene l'attore. "Bravo, sono d'accordo con te", "Già ti amo, ora ancora di più", "Detto da te vale doppio", "Parole sante", si legge.
Ovviamente, non tutti pendono dalle labbra di Gassmann e provano (inutilmente) a fargli notare che "il problema è pensare di risolvere i problemi strutturali con bonus a pioggia" o "tassando tutto ciò che uno si è guadagnato o costruito nella vita". "Devono dargli lavoro e dignità, non soldi e pantofole". Ragionamenti che non fanno una piega e agitano un po' le "tifoserie". Perché non possiamo credere che qualcuno sostenga ancora che per i giovani sia meglio ricevere una dote o un reddito di cittadinanza piuttosto che una prospettiva futura più solida (magari un lavoro). Qualcun altro, poi, si butta in splendidi voli pindarici: "Scarso come attore ma ancora peggio come ministro dell'Economia". Ma un utente in particolare attira la nostra attenzione: Simona Ventura. La conduttrice si limita a scrivere poche parole: "Io invece credo che i giovani abbiano bisogno di opportunità da mordere, di sogni da realizzare, di ostacoli da superare. Basta assistenzialismo".
Non l'avesse mai fatto. Mai toccare il beniamino rosso. Mai. "È bello parlare da chi ha vissuto nella bambagia e spintarelle!!!!!!! A vucca e na ricchezza. Tutti froci con il culo degli altri", scrive il caro Antonio. E la Ventura sbrocca: "Guarda, razza di idiota, che io mi sono guadagnata tutto quello che ho ottenuto. La mia storia parla per me, quindi informati, ignorante. Addio". Da questo scambio di battute in poi, scoppia il delirio e ogni tanto l'attore rispunta fra i commenti. Dice ad un utente che è riuscito a farsi lo spid (bah!), ad un altro risponde che vuole dare il buon esempio e "vedi che se vuoi capisci" (simpatico!) e a un altro ancora replica che ai giovani si potrebbero dare "soldi e lavoro, io faccio la mia parte".
Beh, i messaggi sotto il post dell'attore sono parecchi. Specifichiamo, prima di venir accusati di "estrapolare frasi": ne abbiamo riportate solo una parte. Ma si trovano tutte online.
Se siete fra i "fortunati" ancora liberi di poter andare sul profilo Twitter dell'attore (e vi interessa), potrete farvi un'idea di ciò che qui vi abbiamo solo riassunto. Se invece in passato avete osato criticare, pure voi siete stati bloccati: fuori dalla cerchia magica. Tranquilli, siete in ottima compagnia. Insieme ce ne faremo una ragione.
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