Gay picchiati a Palermo. Il Pd cavalca il caso: accelerare sul ddl Zan

I dem: il testo va votato subito. Ronzulli (Fi): la fretta è strumentale. Iv prova a mediare

Gay picchiati a Palermo. Il Pd cavalca il caso: accelerare sul ddl Zan

Un sabato sera come tanti, a Palermo, nella centralissima via Maqueda. Stefano ha 29 anni, cerca un bed and breakfast e cammina mano nella mano con il suo compagno. Viene aggredito da una gang di ragazzini e ragazzine, colpito anche con una bottiglia, portato in ospedale. È inquietante che avvenga in Sicilia, regione che ha avuto come presidente Rosario Crocetta, dichiaratamente omosessuale.

È successo nel febbraio scorso a un'altra coppia gay di essere aggredita perché si stava scambiando un bacio nella metropolitana di Roma, considerata una delle città più gay friendly d'Italia, classifica usata oltre che per motivi sociologici e di tutela dei diritti anche per il turismo e il settore immobiliare. L'aggressore è stato accusato di lesioni aggravate. A Pescara, torniamo indietro di quasi anno, luglio 2020, un'affettuosa passeggiata serale tra due fidanzati omosessuali è finita in un'aggressione.

Nella notte tra sabato e domenica scorse, a Palermo, qualcuno in un bar aveva già accusato la coppia di abbandonarsi ad effusioni che potevano turbare i bambini. Videocamere di sorveglianza aiuteranno a individuare i colpevoli e a processarli. Lesioni aggravate è l'accusa comunemente contestata in cui di solito l'aggravante è costituita dai futili motivi.

È qui che si inserisce la polemica politica, perché la sinistra difende lo Zan come un testo sacro e il centrodestra ritiene il proprio ddl più adatto a contrastare le violenze. Il ddl Zan, già approvato alla Camera, è in discussione al Senato e Enrico Letta ha chiesto ai senatori del Pd di approvarlo senza modifiche. Il ddl del centrodestra, a firma Ronzulli (Fi), Salvini (Lega), Binetti (Udc) e Quagliariello (Cambiamo) è arrivato insieme a un richiesta di mediazione proposta anche da Italia viva.

Ronzulli accusa la sinistra di «strumentalizzazione del caso Palermo per dire che serve la legge Zan. Potrei dire lo stesso e anche di più, perché se la nostra legge fosse già in vigore ci sarebbe un aumento della pena per violenze commesse dai giovanissimi aggressori. Cosa aspettano a convergere sul testo?». A sostenerla il capogruppo azzurro alla Camera, Roberto Occhiuto, mentre Elio Vito, approdato a Fi dai radicali di Pannnella, si schiera per il ddl Zan. La contrapposizione fatica a smussarsi.

Gli attacchi da sinistra sono violenti. Alessandro Zan parla di «destra delle fake news e del benaltrismo sul ddl Zan», che «strumentalizza in modo vergognoso l'aggressione per rilanciare il suo testo», accusato di non intervenire sulla legge Mancino e di equiparare le aggravanti a un futile motivo. In realtà i futili motivi vengono utilizzati attualmente nelle sentenze sulle aggressioni omofobiche e il ddl Ronzulli modificherebbe l'articolo 61 del Codice penale aggiungendo le aggravanti per «aver agito in ragione di origine etnica, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento, sessuale, disabilità» o particolare vulnerabilità della vittima. Tra l'altro l'articolo 61 prevede già tra le aggravanti non solo i futili motivi ma anche «l'avere adoperato sevizie, o l'aver agito con crudeltà». Insomma, la polemica si è staccata dai dati reali per diventare ideologica.

Monica Cirinnà, pd, colpita dalla «giovanissima età degli aggressori», difende anche la seconda parte del ddl Zan, accusata di voler introdurre l'ideologia gender nelle scuole. Faraone di Iv chiede di «uscire dallo stallo in tempi rapidissimi», ma pure di «abbassare i muri e smetterla di ragionare secondo pericolosi integralismi contrapposti». Obiettivo oggi lontano.

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