Dato che si tratta di un «processo politico», la Lega è pronta a dare battaglia sul caso Open Arms, anche per rilanciare su temi sempre caldi come giustizia e immigrazione. Come ripete Matteo Salvini, le prossime saranno «settimane decisive».
Oggi il pubblico ministero farà la sua richiesta a Palermo, con il leader del Carroccio che - come enfatizza il partito - «rischia fino a 15 anni di carcere» con l'accusa di sequestro di persona per aver impedito alla nave della Ong spagnola, che a bordo aveva 147 migranti, di attraccare a Lampedusa. Salvini non sarà in Aula e sarà presente soltanto il suo difensore. Il partito ha già organizzato per i prossimi week-end dei gazebo in tutta Italia. Se arriverà una richiesta di condanna pesante, la mobilitazione potrebbe diventare permanente fino almeno al 18 ottobre, quando parlamentari, europarlamentari e militanti si riverseranno in massa a Palermo nel giorno dell'intervento di Giulia Bongiorno, legale di Salvini. A guidare la delegazione ci saranno i capigruppo di Camera e Senato e sono stati invitati anche gli alleati europei della Lega, a cominciare dal partito di Viktor Orban e da quello di Marine Le Pen.
Salvini sta lavorando anche a un instant book, che darà poi ai giornalisti, dove esporrà tutte le sue ragioni relative al processo. Parla di «un procedimento mai visto in altre democrazie occidentali» il deputato Alberto Bagnai che ricorda che Salvini, da ministro degli Interni, aveva bloccato gli arrivi irregolari, una «promessa fatta agli italiani» per la quale rischia la galera «semplicemente per aver difeso i confini del nostro Paese ed è incredibile che qualcuno abbia dimenticato che si tratta di un dovere, non di un reato». Lo stesso Salvini si dice «tranquillo» ma anche «stupito» da una situazione «che solo la sinistra italiana poteva inventarsi». Nel mezzo, poi, ci sarà anche Pontida, che quest'anno vedrà pure la partecipazione del generale Roberto Vannacci. Sul sacro prato, dove sono attesi anche gli alleati dei Patrioti europei, i leghisti si ritroveranno il giorno prima dell'anniversario della battaglia di Lepanto, quando le flotte cristiane sconfissero quelle musulmane dell'impero ottomano e insisteranno contro «l'islamizzazione dell'Europa». E lo faranno anche dopo l'intesa ritrovata tra Salvini e il fondatore Umberto Bossi, che il ministro ha recentemente incontrato nella sua abitazione di Gemonio. Da Pontida, la Lega rilancerà anche sull'autonomia, per la quale non sono ammessi rallentamenti, nonostante qualche fibrillazione di Forza Italia: «Opporsi all'autonomia è una battaglia ideologica della sinistra» avverte Salvini, sottolineando che la riforma, oltre a essere prevista dalla Costituzione, «non toglie un euro a nessuno, ma permette a chi vuole, dal Piemonte alla Calabria, dalla Lombardia all'Abruzzo, di poter gestire a livello locale quello che oggi lo Stato non riesce a fare». Con uno sguardo anche alla manovra: «Sarei felice - spiega Salvini - se riuscissimo ad alzare la flat tax da 85.000 euro in su fino a 100.000 euro.
Tanta gente lavorerebbe di più, fatturerebbe di più e pagherebbe di più». L'importante «è che non ci siano tagli, soprattutto su temi importanti come sanità e pensioni, e quindi che non ci siano passi indietro ma passi avanti».
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