Generosi, irriducibili e senza paura del virus. Mattarella premia i 28 eroi ragazzi anti Covid

Hanno donato sangue, aiutato i bisognosi, salvato vite: "Gioia da lacrime"

Generosi, irriducibili e senza paura del virus. Mattarella premia i 28 eroi ragazzi anti Covid

Hanno tra i 9 e 18 anni e si sono distinti per azioni coraggiose e solidali. Sono i 28 giovani alfieri della Repubblica che ieri il Capo dello Stato Sergio Mattarella ha voluto premiare per quanto fatto nel corso della pandemia da Covid-19. Rappresentano l'Italia nuova. Quei ragazzi che nonostante siano stati chiusi e sacrificati nelle loro stanzette davanti a uno schermo, sono stati capaci di dare aiuto al prossimo nei modi più diversi: dal volontariato sul campo fino al diffondere la cultura in tutte le sue forme. Poi il presidente ha assegnato tre targhe per azioni collettive ispirate dai valori di altruismo e dal profondo senso di responsabilità, in questo periodo di emergenza sanitaria.

Tra questi piccoli eroi c'è Giulio Carchidi, originario di Gasperina in provincia di Catanzaro, diciotto anni compiuti a dicembre. Ora frequenta l'ultimo anno di liceo classico all'Istituto Salesiano Sant'Antonio da Padova di Soverato. È stato premiato da Mattarella per «il lavoro di promozione e di organizzazione svolto insieme al gruppo giovani dell'Avis: ha contribuito alla raccolta del sangue in un periodo in cui ne era emersa una carenza». Questa la motivazione del riconoscimento che Giulio scopre di aver ricevuto mentre partecipa a una video-lezione di storia. Lui un tipo composto e generoso, in quest'occasione salta dalla sedia nella sua camera: «Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere - racconta Giulio al Giornale con la voce che ancora trema dall'entusiasmo - Ogni mattina durante le lezioni di storia leggiamo le notizie. Quel giorno era arrivato l'elenco dei premiati e ci siamo accorti che nella lista c'era il mio nome. All'inizio pensavo fosse un omonimo, i miei compagni ridevano, poi quando si parlava della donazione del sangue ho capito che potevano riferirsi solo a me. Sono corso subito in lacrime a dirlo ai miei genitori che si trovavano nell'altra stanza, ma loro già lo sapevano da qualche giorno e mi hanno nascosto tutto».

Giulio non sa chi l'abbia nominato o cosa abbia spinto il presidente Mattarella a conferirgli questo attestato d'onore. Ma pensa che a stimolare l'interesse verso di lui possa essere stato un video condiviso sul suo profilo Facebook all'inizio della pandemia: «Il 16 marzo del 2020 ho pubblicato un video di pochi secondi - continua il ragazzo - in cui invitavo i miei coetanei a continuare a donare il sangue, nonostante la paura del contagio da Coronavirus. In quel momento c'erano ancora persone che avevano bisogno e noi avevamo il dovere di aiutarli con la donazione».

Il suo impegno con l'Avis, Associazione Volontari Italiani del Sangue, è iniziata tre anni fa: «Ho sacrificato volentieri tante domeniche e cene con amici per una causa più che importante, ovvero aiutare gli altri in concreto.

Da dicembre del 2020 coordino anche un tavolo provinciale di circa trenta giovani». Sul riconoscimento di Mattarella aggiunge: «Rimango con i piedi per terra e per me è solo un stimolo a fare sempre meglio. l mio futuro? Lo vedo in ambito giuridico, forse lontano dalla mia terra».

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