Sette e passa anni per decidere della vita di un'intera famiglia. Una coppia, all'epoca troppo giovane per essere considerata vecchia e pensionabile, ma chissà perché non in grado di accudire una figlia da poco nata nonostante la loro età «avanzata».
Quando partorì, la madre Gabriella Carsano, aveva 57 anni; il marito, Luigi Deambrosis, 66. Vivono a Mirabello Monferrato, la figlia venne alla luce nel 2010, e fin da quel giorno loro vennero soprannominati «genitori-nonni». Seguirono processi, quasi a furor di popolo, fino a quando, lo scorso anno, la Corte di Appello di Torino nel processo di secondo grado-bis, emise un verdetto destinato a dividere le coscienze non solo di magistrati e legulei ma di tutto questo nostro, discutibile, Paese. La piccina venne portata via ai genitori e dichiarata adottabile. Già, perché loro erano troppo vecchi, mentre un ex ministro che si chiama Fornero, qualche anno prima, raccontava in lacrime che a 60 anni e passa anni si è ancora giovani. La Cassazione, adesso, ha confermato l'adottabilità della bimba nata da quella coppia attempata, ritenendola incapace «di comprendere quali siano i bisogni emotivo affettivi e pratici» della bimba, e risultando il padre «totalmente dipendente dai desideri della moglie chiusa in un processo narcisistico».
Una vicenda iniziata quando un vicino di casa chiamò i carabinieri preoccupato perché aveva notato la piccina dormire «abbandonata» in auto nel vialetto davanti alla casa in un giardino privato. Adriana Boscagli, legale di Gabriella Carsano e Luigi Deambrosis, ha già annunciato ricorso ai giudici di Strasburgo. «La Corte di Giustizia europea - spiega- già altre volte ha sanzionato lo Stato italiano per avere con troppa superficialità dato in adozione dei bambini. Non si arrenderanno i suoi genitori, ma soprattutto nel rispetto di questa bambina, che dopo aver peregrinato per comunità e famiglie varie ha diritto di guardare in faccia quei genitori che magari il compagno di scuola le dirà che abitano nel paesino vicino a 500 metri».
Gli italici ermellini al contrario hanno puntualizzato che la valutazione della vicenda, e la decisione finale di dichiarare l'adottabilità della piccola, «non è stata centrata esclusivamente sull'episodio di abbandono in auto per qualche minuto, né solo sull'età di padre e madre, dal momento che le indagini
svolte si sono arricchite di numerosi ulteriori elementi». Ad avviso della Cassazione la «complessiva valorizzazione e valutazione» di tutti gli elementi raccolti nei processi di merito costituisce «un nucleo incensurabile».
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