"Quella di stanotte è stata un'azione circoscritta, mirata a colpire le capacità di fabbricazione o diffusione delle armi chimiche".
A dirlo è stato questa mattina il premier uscente Paolo Gentiloni, commentando l'attacco di Usa, Gran Bretagna e Francia a Damasco. "Non può e non deve essere l'inizio di una escalation", ha detto il presidente del Consiglio, "L'Italia lo ha ribadito nei giorni scorsi e continuerà a farlo".
Assicurando che i raid non sono partiti dalle basi italiane, Gentiloni ha chiesto che ora si apra al dialogo e alla diplomazia: "Non è troppo tardi per lavorare alla crisi siriana", ha sottolineato, "Quello che è successo, che deve rimanere circoscritto, può essere un ultimo campanello d'allarme, uno stimolo e una spinta a ridare centralità al processo di dialogo e al negoziato. Ne ho parlato in queste ore con De Mistura. Non è il momento dell'escalation è il momento di mettere al bando le armi chimiche, è il momento della diplomazia e del lavoro per dare stabilità e pluralismo alla Siria dopo sette anni di un conflitto tormentato e terribile".
Poi ha puntato il dito contro Bashar al Assad: "Purtroppo non è la prima volta che si usano armi chimiche da parte del regime siriano in questi anni di conflitto.
A un secolo dalla fine della prima guerra mondiale non possiamo rassegnarci all'idea che le armi chimiche tornino a essere utilizzate nei conflitti del nostro tempo: sono proibite da tutte le leggi e le convenzioni internazionali, le conseguenze umanitarie sulle vittime civili di queste armi atroci sono inaccettabili, non sono degne della nostra civiltà, le abbiamo viste di nuovo in questi giorni e non le possiamo più tollerare. Credo che questo impegni l'intera comunità internazionale a moltiplicare gli sforzi per impedire e prevenire l'utilizzo di armi chimiche".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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