Non cessano le frizioni all'interno della maggioranza di governo. Lega e 5 Stelle hanno visioni e posizioni diverse non solo sulle questioni interne ma anche in politica estera. E la visita del vicepremier Matteo Salvini in Israele, durante la quale ha incontrato il primo ministro di Gerusalemme Benjamin Netanyahu, ne è stata la conferma. Il leader della Lega si è fatto in qualche modo garante degli interessi d'Israele in Europa, o quantomeno nell'Europa che verrà, e il premier israeliano, da parte sua, ha compreso che i partiti sovranisti avranno un grande peso nella futura politica estera della Ue.
Le divergenze sulla questione israelo-palestinese erano già emerse nel maggio scorso, quando scoppiò un diverbio fra Salvini e i pentastellati Alessandro Di Battista e Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, sullo spostamento dell'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme. Di Stefano ha inoltre sempre sostenuto che il governo deve riconoscere lo Stato palestinese, posizione tutt'altro che condivisa dal leader leghista, che si spinge oltre, dicendosi favorevole al riconoscimento di Gerusalemme capitale. «Step by step ha detto Salvini c'è un governo e devo ascoltare anche i partner». Parole a cui Di Stefano replica accusando il vicepremier di essere «un incompetente».
Ieri, la nuova scintilla che ha acceso la miccia alle polemiche sono stati i tweet pubblicati da Salvini durante la visita nello Stato ebraico. «Chi vuole la pace, sostiene il diritto all'esistenza e alla sicurezza di Israele. Sono appena stato ai confini nord col Libano, dove i terroristi islamici di Hezbollah scavano tunnel e armano missili per attaccare il baluardo della democrazia in questa regione», ha detto il vicepremier. Apriti cielo. Sono subito piovuti i tiri di aggiustamento pentastellati. Il primo dal ministero della Difesa, guidato da Elisabetta Trenta. «Non vogliamo alzare nessuna polemica, ma tali dichiarazioni mettono in evidente difficoltà i nostri uomini impegnati proprio a Sud nella missione Unifil, lungo la blue line. Questo perché il nostro ruolo super partes, vicini a Israele e al popolo libanese, è sempre stato riconosciuto nell'area». Immediata la replica di Salvini. «Non capisco lo stupore che ho letto su un'agenzia per la definizione di Hezbollah come terroristi islamici ha spiegato - Se si scavano tunnel sotterranei a decine di metri che sconfinano nel territorio israeliano, non penso lo si faccia per andare a fare la spesa». A dar manforte alla Difesa è intervenuto anche il vicepremier Luigi Di Maio. «L'Unifil è una delle missioni di pace più importanti nel mondo e per noi del M5s un modello super partes.
Quello che si doveva dire lo ha detto il ministero della Difesa, io mando un grande abbraccio ai nostri militari e gli dico di tenere duro e andare avanti». Insomma, più il tempo passa, più emergono le divergenze nel governo. E più divisioni vengono a galla e meno decisioni condivise potranno essere prese per il nostro Paese.
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