Dovrebbe essere il giorno in cui onorare gli eroi, i carabinieri che hanno salvato i ragazzi da una morte terribile sulla ex statale Paullese e interrogarsi sul gesto compiuto da Ousseynou Sy, l'autista senegalese-italiano del bus, ma anche celebrare il coraggio dei ragazzi - di cui uno di origine egiziana - che hanno dato l'allarme. Il giorno in cui magari interrogarsi e chiedersi lucidamente se un automatismo - che sia il matrimonio o un termine temporale - possa sostituire un percorso di reale e convinta integrazione e adesione ai valori dello Stato italiano, ai fini dell'ottenimento della cittadinanza.
Il copione della giornata si sviluppa, però, diversamente e quanto accaduto a San Donato Milanese da un certo mondo di sinistra viene letto attraverso spesse lenti ideologiche. E così, come fa notare Daniele Capezzone su Twitter, dopo la tentata strage c'è chi «si aggrappa al piccolo Samir per spostare l'attenzione da ciò che il Times chiama giustamente terror attack. Il fatto che un bravissimo bimbo non volesse morire non cancella l'atto dell'autista».
Il paradosso è che lo stesso mondo che ha fatto giustamente suonare l'allarme per la folle strage dell'attentatore di Christchurch in Nuova Zelanda mosso da ideologie suprematiste, ora rifiuta di interrogarsi su possibili motivazioni fondamentaliste o etniche, anche a fronte di una azione «premeditata» secondo il pm Greco e motivata dalla volontà di vendicare i «migranti morti in mare».
La tesi veicolata è semplice: chiedere il rispetto delle frontiere, della legalità e della sovranità nazionale equivale non solo a procurare le morti in mare, ma anche a fare da detonatore per episodi di questo tipo. Il tutto battendo sull'italianità del protagonista della tentata strage. Gad Lerner, ad esempio, sostiene che «la follia criminale del cittadino italiano Ousseynou Sy è l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e la loro umanità. Impersonata dai carabinieri e dai bambini di San Donato Milanese».
In mattinata, invece, l'ex ministro Pd, Livia Turco ad Agorà con la sua uscita provoca una reazione a catena sui social. «Quando ha visto le immagini di quel sequestro - chiede la giornalista Serena Bortone - di quel tentativo di strage cosa ha pensato?». La risposta della Turco? «Sono fatti che creano angoscia e allarme, ma che vanno compresi». «Come compresi?», la interrompe incredula la conduttrice. «Compresi nel senso di comprenderne la ragione». Un'uscita che provoca la pronta reazione di Matteo Salvini: «Il senegalese? Va compreso. Incredibili questi del Pd, anche di fronte a una tentata strage di cinquanta bambini non riescono mai a dire una cosa giusta». E anche Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia, sottolinea che «si tratta di un folle, ma le sue ossessioni sono state amplificate dal clima di odio generato dalla sinistra e dai cattivi maestri». Così come il consigliere di amministrazione della Rai Giampaolo Rossi fa notare che «dalle Br come compagni che sbagliano» si è passati a «Ousseynou Sy è l'esito dell'ostilità agli immigrati».
Il cerchio si chiude con la provocazione di Luca Bottura, giornalista, scrittore, conduttore radiofonico e
autore televisivo italiano. «Un senegalese con cittadinanza italiana è un italiano. E il titolo di questa notizia è: Autista squilibrato crea code sulla Paullese. Non altro. E il nostro ministro dell'Interno è razzista».
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