Nella notte tra lunedì e martedì Sogin, la società del Tesoro per lo smantellamento dei siti nucleari, ha pubblicato la Cnapi, acronimo di «carta nazionale delle aree potenzialmente idonee» a ospitare il Deposito nazionale delle scorie radioattive. Nell'elenco sono stati inseriti 67 siti che si trovano nei territori di sette Regioni (8 in Piemonte, 24 in Toscana e Lazio, 17 in Puglia e Basilicata, 14 in Sardegna e 4 in Sicilia).
La mossa ha destato un po' di sorpresa oltre alle solite polemiche. Basti pensare che la Cnapi era custodita nei cassetti del ministero dello Sviluppo dal 2015 quando al dicastero di Via Veneto c'era ancora Federica Guidi e a Palazzo Chigi Matteo Renzi. I suoi successori (Carlo Calenda e Luigi Di Maio) si sono ben guardati dal pubblicarla per contingenze elettorali. E proprio un ministro pentastellato, Stefano Patuanelli, ha dovuto prendere atto come non si potesse più temporeggiare in quanto la Commissione Ue ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia per non aver ancora adottato un piano per la gestione delle scorie.
Così alla vigilia dell'Epifania è comparsa magicamente la Cnapi. L'investimento per realizzare il Deposito nazionale è stimato in 900 milioni di euro. L'infrastruttura non prevede solo il deposito di superficie dei 78mila metri cubi di scorie ma anche un parco tecnologico. L'investimento complessivo sarà finanziato dalla componente tariffaria «A2rim» della bolletta elettrica, che già oggi copre i costi dello smantellamento degli impianti nucleari. Ritardare la costruzione del Deposito nazionale (entrata in funzione prevista nel 2029) aumenterebbe gli elevati oneri di gestione dei piccoli depositi locali dove sono stoccati rifiuti che hanno circa 50 anni. Nel 2025, inoltre, Francia e Gran Bretagna reinvieranno in Italia le scorie delle centrali conservate all'estero.
Non è detto, però, che in 4 anni l'iter si concluda. La pubblicazione della Cnapi, spiegano i dicasteri dell'Ambiente e delle Attività produttive, dà «l'avvio alla fase di consultazione dei documenti per la durata di due mesi, all'esito della quale si terrà, nell'arco dei 4 mesi successivi, il seminario nazionale». Sogin aggiornerà poi la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri dei ministeri dello Sviluppo, dell'Ambiente e delle Infrastrutture. In base a questi pareri, il Mise convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta nazionale delle aree idonee. Da tutta Italia, intanto, si è levato un coro di no che vede uniti centrodestra (il governatore sardo Solinas non vuole il Deposito) e centrosinistra (il governatore pugliese emiliano fa già le barricate).
Ironia della sorte è toccato a due pentastellati invocare senso di responsabilità. Il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, ha detto stop alle polemiche. Il collega dello Sviluppo Patuanelli ha criticato il leader leghista Salvini che aveva lamentato uno scarso coordinamento con i territori.
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