Negli anni Cinquanta del secolo scorso occupandosi delle cronache dei partiti non era difficile imbattersi in casi, più o meno gravi, di tesseramenti farlocchi ai partiti. Una vera e propria guerra si combatteva tra i capi corrente, con centinaia o migliaia di persone ignare che risultavano iscritte a questo o a quel partito in vista di un congresso a livello locale e poi, a salire, fino al nazionale. Questa brutta abitudine a dire il vero non è mai del tutto tramontata, anche se, periodicamente, a seconda del livello più o meno alto dello sdegno popolare, venivano inaspriti i controlli e le maglie si stringevano. Ma le brutte abitudini purtroppo non sono cambiate.
Ne è la prova l'ultimo caso venuto alla luce ad Avellino, dove il Pd da anni è commissariato. In vista dell'imminente congresso in una sola notte le tessere sono schizzate da 4mila a 10.400: oltre seimila nuovi iscritti in una sola notte. Difficile immaginare come sia possibile un record simile in una piccola realtà di provincia, tenuto anche conto, come scrive il Corriere del Mezzogiorno, che alle ultime elezioni regionali il Pd ha raccolto, in Irpinia, circa 38mila voti. Fatti due conti la percentuale fra iscritti al partito e voti raccolti è davvero molto alta rispetto alla media.
A contendersi il potere sono due raggruppamenti (guai se li chiamate correnti): quello che fa riferimento al presidente della Regione, Vincenzo De Luca, e quella invece che fa capo al deputato Umberto Del Basso de Caro. La battaglia per la guida del Pd è durissima. E si traduce in primo luogo nella caccia agli iscritti. Ma la situazione deve essere scappata di mano, come denuncia il professor Franco Vittoria, membro della direzione nazionale dem. Il docente (che insegna Storia delle riforme istituzionali alla Federico II di Napoli) ha sollevato un problema di legalità, dovuto proprio alle modalità di iscrizione.
Ecco cosa ha scritto in una lettera indirizzata al segretario Letta: "L'idea che un partito possa 'delegare' la propria rappresentanza alle 'ricaricabili', utilizzando una somma spropositata di danaro non impone solo di riordinare le idee, impone di fermare questo omicidio politico di un partito che oramai è pensato in franchising, partito delle occasioni dove non basta la storia, la militanza, la passione: serve solo danaro; danaro per scalare un partito per logiche personali senza un minimo di dignità".
Ciascuna tessera costa 22 euro ma... c'è chi mette a disposizione un bel gruzzolo e, alla fine, è sufficiente trovare i nomi e il gioco è fatto. "Una pratica - accusa Vittoria - che mette in discussione un progetto politico. Mentre Letta lancia le agorà, in Campania si fanno i congressi a suon di soldi. Un limite per un partito che uccide i circoli e la militanza e si scala solo con le ricaricabili (tessere, ndr)".
Una denuncia molto grave alla quale, per ora, non ha fatto seguito alcun intervento: Anche se il professor Vittoria resta fiducioso: "Non penso che Letta e i dirigenti nazionali possano guardare senza muovere un dito. Devono fermare questo mercato, bisogna cacciare i mercanti dal tempio. Altrimenti parlare di cambiamento è inutile".
Avere quasi più iscritti che voti è uno scandalo che grida vendetta. Ma non è la prima volta che si verificano episodi simili. Nel 2017 un video pubblicato da Repubblica mostrò una donna, a Napoli, intenta a sollecitare alcuni conoscenti del suo quartiere ad iscriversi al Pd, assicurando loro che non avrebbero dovuto pagare neanche un centesimo, visto che ai soldi avrebbe pensato un certo "Michel". Bastava solo una firma per iscriversi.
Pochi anni prima, nel 2011, le primarie del Pd di Napoli erano state annullate per il sospetto di brogli (segnalati extracomunitari portati ai seggi in cambio di pochi euro e alcuni "infiltrati" di altri schieramenti).Passano gli anni, cambiano i segretari e i dirigenti, ma la musica, purtroppo, non cambia...
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