Il giallo della velocità, il certificato scaduto e il nulla osta assente: le piste per il disastro

L'indagine Polfer-Procura. L'azienda: "Il treno poteva tenere quell'andatura". L'ipotesi dell'errore nelle comunicazioni e le verifiche sui sistemi di sicurezza

Il giallo della velocità, il certificato scaduto e il nulla osta assente: le piste per il disastro
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Ci sono pochi elementi certi per ricostruire la tragedia di Brandizzo. Uno: il conducente del treno non sapeva della presenza degli operai sui binari. Due: la squadra al lavoro è stata colta di sorpresa e non doveva essere lì in quel momento.

Il resto è tutto da chiarire, per ricostruire la dinamica dei fatti, accertare le responsabilità e chi avrebbe dovuto avvisare chi. La Procura di Ivrea ha aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo ma al momento non ci sono indagati e si procede contro ignoti. Si cerca innanzitutto di fare luce sugli orari.

I lavori di manutenzione ordinaria - identici a quelli che vengono effettuati ogni notte in moltissimi tratti ferroviari - avrebbero dovuto cominciare solo dopo il passaggio notturno del convoglio. E quindi è necessario capire se la squadra della Sigifer, l'azienda appaltatrice di Rfi per la sostituzione dei binari, è entrata in azione prima dell'orario concordato o cosa.

Le immagini delle telecamere, sotto esame, verranno incrociate con gli orari indicati negli incartamenti e si cercherà di capire cosa non ha funzionato nella comunicazione tra uffici. Dai primi accertamenti della Polizia ferroviaria (Polfer), sembra che il passaggio del locomotore e dei vagoni vuoti fosse stato autorizzato regolarmente. Al contrario, come evidenziato dalla procura di Ivrea, sembra che a mancare tra le carte sia li cosiddetto nulla osta che autorizza l'interruzione delle linee quando si devono eseguire lavori sui binari. Rfi specifica che il via libera per l'apertura di un cantiere ordinario come quello di Brandizzo viene dato solo dopo uno scambio di autorizzazioni che passano dall'ufficio circolazione a quello che si occupa di manutenzione. E solo dopo che le decisioni su inizio e fine dei lavori vengono inoltrate a macchinisti e capo squadra operai.

«Il cantiere - spiega Rfi - può essere attivato soltanto dopo che il responsabile della squadra operativa, in questo caso dell'impresa, ha ricevuto il nulla osta formale ad operare, in esito all'interruzione concessa, da parte del personale abilitato della rete ferroviaria».

Si ipotizza anche che gli operai abbiano cominciato i lavori pensando che il treno transitato nel binario a fianco fosse quello da far passare prima di aprire il cantiere. Anche sulle rotaie accanto infatti erano previsti dei lavori di manutenzione (per intervenire sulla rete elettrica) e lì il semaforo rosso ha funzionato regolarmente. Si verificherà se i meccanismi di sicurezza sono entrati regolarmente in azione o no.

Non è chiaro nemmeno perché il locomotore stesse procedendo ad alta velocità ma Rfi specifica che «le condizioni della linea gli consentivano in quel tratto di raggiungere una velocità massima di 160 km/h».

Un altro elemento, non strettamente correlato all'incidente ma comunque rilevante, verrà approfondito dagli inquirenti: la certificazione relativa alla sicurezza sul lavoro della società Sigifer risulta scaduta il 27 luglio scorso. Ci si chiede quindi se questo può aver intaccato l'iter di comunicazione sul nulla osta ai lavori.

Gli investigatori, coordinati dal pm Giulia Nicodemi, hanno anche già ascoltato diverse persone, tra cui i macchinisti che erano alla guida del treno, e stanno anche verificando diverse apparecchiature, di treno e stazione.

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