Giornalismo? Solo linciaggio pieno di rancore

La diffusione dell'inchiesta su Fidanza, il suo uso e la mancanza di contraddittorio sono stati usati davvero come clave e in un contesto in cui non esisteva alcun rispetto dei tempi per le risposte, ma soltanto un fiume iroso e verboso di propaganda

Giornalismo? Solo linciaggio pieno di rancore

Questo Giornale è stato estremamente puntuale e oggettivo nel trattare la questione del rapporto fra inchieste ad orologeria ed elezioni. Ma anche il giornalismo è chiamato in causa per come usa questi effetti ad orologeria quando diventano pura propaganda.

Un conto è quando il giornalismo (sempre di parte perché non esiste un giornalismo privo di identità) fa le sue inchieste, trova le sue prove e le rende note allo scopo di attaccare il fronte nemico, specialmente alla vigilia di elezioni importanti. Nei Paesi che hanno inventato la democrazia è pratica corrente. Ma in quei Paesi i giornalisti rischiano la galera se pubblicano il falso o manipolano i fatti.

L'affare Fidanza che crea difficoltà a Fratelli d'Italia è nato da una inchiesta giornalistica con un fine politico e non è priva di efficacia. Tutto bene dunque? No, perché la diffusione dell'inchiesta, il suo uso e la mancanza di contraddittorio sono stati usati davvero come clave e in un contesto in cui non esisteva alcun rispetto dei tempi per le risposte, ma soltanto un fiume iroso e verboso di propaganda il cui scopo sembrava quello di rendere incomprensibile la posizione di chi si è trovato sotto accusa.

Alla fine, abbiamo assistito a uno sciattume di invettive in cui la

pratica di rendere inaudibili le parole di chi si difendeva ha trasformato un'inchiesta efficace ed astuta, in una espressione di puro rancore che ne ha prosciugato la credibilità per la prevalenza dell'istinto al linciaggio.

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