Un fortissimo boato ed è stato l'inferno a Ravanusa, nell'Agrigentino. Alle 20.21 di sabato è saltata per aria una palazzina, tre sono state sventrate e una quarantina di edifici sono rimasti danneggiati. Tutt'intorno è solo fiamme, polvere e macerie. La gente in strada urla, cerca di capire cosa sia successo, arrivano i primi soccorritori. Il bilancio, in via di aggiornamento, è di 3 morti e 6 dispersi. Due signore anziane, Rosa Carmina e la cognata Giuseppa Montana, sono state estratte vive dalle macerie. Hanno visto la morte con gli occhi. Il loro pensiero va ai cari sepolti in quell'inferno di cemento. «Ci sono tutti i miei familiari. Aiutateci!» è il mantra doloroso di una delle due, che ricorda come nella palazzina crollata vi abitasse un intero nucleo familiare. È miracolata: ha riportato solo una frattura all'ulna. È anche grazie alla loro testimonianza che si è profilata una prima ipotesi sulle cause della tragedia. «Si è spenta la luce hanno raccontato -. Poi c'è stato un fortissimo rumore e il pavimento e il tetto hanno ceduto». Da giorni nel quartiere Mastro Dominici, nelle strade della tragedia, tra via Trilussa e via Galileo Galilei, si sentiva odore di gas. «Non si capiva perché», dicono alcuni dei 150 sfollati. I vigili del fuoco lo hanno invece compreso e ritengono che ci sia stato un guasto a una tubazione della condotta del metano. Il gas ha saturato il sottosuolo. «A questo punto è bastata l'accensione di una luce, l'avvio del motore di un frigo, l'utilizzo dell'ascensore per fungere da detonatore», ha detto un pompiere. In campo sono scesi 250 soccorritori, tra vigili del fuoco, uomini della Protezione civile, della Croce rossa, volontari. Hanno iniziato a scavare mentre ancora le fiamme non erano domate. Per operare, i tecnici di Italgas hanno interrotto l'erogazione del metano. «Sembra Beirut» non fanno che ripetere i soccorritori mentre si addentrano tra le macerie. Sono arrivati anche il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco Guido Parisi. Fondamentale è stato l'ausilio dei cani molecolari, che fiutano da lontano la presenza di persone e hanno un udito tanto sviluppato da intercettare minimi movimenti sotto le macerie. «Purtroppo i cani non sembrano avvertire più nulla. Sarà difficile trovare qualcuno vivo», dice un vigile del fuoco. Tra i 6 dispersi c'è una trentenne al nono mese di gravidanza, Selene Pagliarello. Non abitava nella palazzina, ma era andata a trovare i suoceri con il marito, Giuseppe Carmina, anche lui disperso, in vista del felice evento della nascita del primogenito programmato per mercoledì. I corpi senza vita ritrovati sono quelli del professor Pietro Carmina, 68 anni, di Enza Zagarrio e Calogera Maria Minacori. I parenti dei dispersi seguono da vicino le operazioni col fiato sospeso. C'è un silenzio surreale nella speranza che sia intercettato un qualsiasi rumore proveniente da sotto le macerie. Poco distante le autoambulanze sono pronte a intervenire. Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha presenziato a un vertice. È stata aperta un'inchiesta, al momento senza nomi iscritti sul registro degli indagati, per disastro e omicidio colposo. I pm hanno sequestrato un'area di 10mila metri quadrati e il consulente tecnico nominato dalla procura ha fatto un sopralluogo. «È una tragedia immensa. In passato la zona è stata interessata da crolli.
Ma al momento cerchiamo i dispersi», dice il sindaco Carmine D'Angelo che ha ricevuto la telefonata del presidente Mattarella. «È una sciagura che colpisce tutta la comunità siciliana commenta il presidente della Regione, Nello Musumeci -. Non faremo mancare la nostra presenza».
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