Il gip Salvini: "Sciopero toghe è folle"

Il giudice come Bruti Liberati e Spataro: da certi colleghi solo zelo

Il gip Salvini: "Sciopero toghe è folle"

Allo sciopero contro la riforma Cartabia indetto dall'Associazione nazionale magistrati magari è possibile che aderiscano molti giudici «che non sono davvero convinti - dice Guido Salvini - ma che ci tengono a mostrarsi zelanti». Ma lui, Salvini, di sicuro quel giorno lavorerà, nel suo ufficio al tribunale di Milano che lo ha visto protagonista di alcune delle inchieste più delicate della storia nazionale, a partire dalla strage di piazza Fontana. Perché la riforma dell'ordinamento giudiziario portata in Parlamento dal ministro è un passo, anche se timido, nelle direzioni giuste.

A Salvini, in particolare, non va giù il rifiuto dell'Anm di qualunque sistema di valutazione della professionalità dei magistrati: «Se la ragione dichiarata - spiega in una intervista al Dubbio - è soprattutto rifiutare valutazioni più serie, certamente non aderirò e vorrei dire ai giovani magistrati di non cadere in una trappola che li farebbe ancor più sottomessi ai capi della magistratura».

Prima di Salvini, altri veterani della toga insospettabili di sudditanza verso il potere politico - come Armando Spataro e Edmondo Bruti Liberati - hanno bocciato apertamente la linea barricadiera dell'Anm verso lo sciopero. Alla fine, a proclamare l'agitazione è stato un numero esiguo di magistrati: un migliaio, sui circa diecimila iscritti all'associazione, che hanno sposato la linea delle correnti che equiparano la riforma Cartabia ad un attentato alla Costituzione.

Tra i punti della riforma indigesti all'Anm, le nuove norme sul funzionamento del Consiglio superiore della magistratura, occupato in pianta stabile dalle correnti. «Apprezzo lo sforzo del ministro - dice invece Salvini - ma non credo ci sia alcuna alchimia elettorale che possa scardinare il sistema delle correnti. Questo perché la gran maggioranza dei magistrati critica il sistema delle correnti nei corridoi ma poi al momento del voto le sostiene e continuerà a farlo nella speranza di raccogliere prima o poi qualche briciola dei vantaggi che sono in grado di assicurare».

Immotivato per Salvini è anche l'allarme sui sistemi di analisi delle prestazioni dei magistrati: «Non mi sembra uno scandalo prendere in esame il complesso delle attività svolte da un magistrato. Non mi sembra una schedatura dei magistrati, come qualcuno ha scritto, tanto più che sarebbero comunque altri magistrati a verificare il lavoro svolto». Mentre oggi nei pareri per le promozioni dei magistrati «ho avuto occasione di veder citate come titolo di merito indagini che si erano già chiuse con l'assoluzione di tutti gli imputati».

Si viene valutati in modo positivo «solo grazie al fatto che si hanno tanti amici e si aderisce con zelo a qualche partito della magistratura», in un sistema in cui «una ristretta oligarchia di magistrati ha contrabbandato la propria popolarità con la credibilità dell'insieme della magistratura».

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