La Giungla di Calais chiude Restano gli attivisti "selvaggi"

Lo smantellamento dopo le violenze dei giorni scorsi Scontri tra la polizia e i 200 No Borders arrivati ieri

La Giungla di Calais chiude Restano gli attivisti "selvaggi"

L'avevano detto: cercheremo di impedire lo sgombero del campo ad ogni costo. Il governo francese, in previsione degli scontri con gli oltre 200 attivisti No Borders che ieri hanno raggiunto Calais, ha inviato duemila poliziotti poliziotti nella maxi-bidonville in via di smantellamento. Già all'alba è stato il caos. Afghanistan, Eritrea, Sudan le nazionalità più numerose nell'accampamento che ospita circa 7 mila persone. Noto come la Giungla, a causa della completa illegalità che regna in questa tendopoli alle porte di Calais, il campo dovrebbe essere smantellato a partire da questa mattina alle 8. Ai migranti è stato chiesto di presentarsi in un hangar a 300 metri dalla Giungla. Le operazioni dovevano concludersi in un paio di giorni, ma fonti polizia hanno sapere che in queste condizioni sarà necessaria probabilmente l'intera settimana.

La tensione resta altissima. Ieri il preludio di scontri che si preannunciano più aspri per oggi è stata la sassaiola dei No Borders contro i poliziotti. Lo sgombero non sembra semplice. Non solo per le autorità che devono materialmente evacuare il campo e trasferire i migranti in quattro diverse zone della Francia, ma anche per François Hollande, intento a trattare con la Gran Bretagna sul numero di minori che vivono nella Giungla: potrebbero essere accolti da Londra, ma non tutti i 1.200. I primi 140 sono già arrivati Oltremanica. Avevano un ricongiungimento familiare possibile. Un altro centinaio, i cui requisiti non sono stati ancora verificati, potrebbe comunque essere trasferito in Inghilterra grazie all'emendamento Dubs che concede lo status di rifugiato ai minori considerati più vulnerabili. Al momento Londra parla di soli 53, spiega Pierre Henry, direttore generale di France Terre d'Asile.

Lontani da questioni di forma, gli attivisti della sigla antagonista No Borders all'alba hanno attaccato i poliziotti col preciso intento di impedire loro l'accesso alla Giungla. Se una sorta di censimento è già stato attuato, nelle ultime ore di vita del campo moltissimi migranti hanno cercato di allontanarsi. La speranza è quella di attraversare la Manica per raggiungere il Regno Unito. Ecco allora che la polizia serve anche ad individuare i Passeur, soggetti che si aggirano nel campo promettendo un approdo sicuro in Inghilterra in cambio di denaro.

Nel campo sono arrivati anche i rappresentanti dei servizi immigrazione. Almeno un migliaio di migranti non vuole lasciare la Giungla. Hanno già fatto sapere agli assistenti sociali e agli avvocati messi a disposizione da alcune associazioni che non saliranno di loro spontanea volontà su nessuno dei 145 pullman previsti dal piano di sgombero. Né tantomeno si recheranno nell'hangar preposto. L'obiettivo della polizia è trasferire tutti i migranti in diverse strutture allestite sotto il nome di centri di accoglienza e orientamento (Cao): 300 piccoli centri dove i migranti dovrebbero ricevere corsi di lingua in attesa di capire quali è quanti possano ottenere lo status di rifugiato. In alcuni Cao, non equipaggiati con una sorveglianza armata h24, si sono già registrate due sparatorie.

Due in una settimana ad opera di migranti. Ma per ora quel che interessa è liberare la Giungla, dove l'ultimo episodio di violenza si è verificato appena una settimana fa: lo stupro di un'interpretazione afghana sul posto per l'emittente France 5.

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