«Giusto poter lasciare prima il lavoro con meno soldi». Però tace su tempi e tagli

annuncite contagia il ministero dell'Economia. Enrico Morando, vice ministro all'Economia, non fa in tempo ad annunciare all' Adnkronos che la legge di Stabilità non conterrà risorse aggiuntive per favorire l'uscita anticipata dei lavoratori, che subito Matteo Renzi lo corregge. O, quantomeno, prova a mettere a tacere le voci sull'argomento.

«Nessuno ha mai detto - sottolinea Morando - che la legge di Stabilità avrebbe contenuto interventi del genere». E se questi verranno, dovranno «essere a costo zero per il bilancio pubblico».

Matteo Renzi nemmeno prova a scendere nelle tecnicalità del tema. «Leggo che ci siamo fermati sulla flessibilità pensionistica. A dir la verità - aggiunge - non siamo nemmeno partiti». E spiega che «si annuncia una cosa sulle pensioni quando si è sicuri di farla». E dà appuntamento per un eventuale intervento «nelle prossime settimane o nei prossimi mesi, io sono fiducioso su questo».

Il presidente del Consiglio ribadisce che «dobbiamo trovare un meccanismo per cui chi vuole andare un po' prima in pensione prendendo un po' meno soldi possa andarci. Ora dobbiamo vedere quanto prima e quanti soldi». Ma non spiega se il meccanismo che ha in mente può trovare o meno spazio nella legge di Stabilità: cioè, se una quota del taglio dell'assegno deve o meno essere a carico dello Stato.

Insomma, è come se volesse congelare le polemiche fra una fetta del sindacato (anche quello rappresentato al governo, come Pierpaolo Baretta, sottosegretario all'Economia) e Tito Boeri, commissario dell'Inps.

Il sottosegretario pur di disinnescare l'applicazione del sistema contributivo a chi volesse abbandonare il lavoro prima dei 66 anni - come suggerito dal commissario dell'Inps - aveva suggerito cinque soluzioni alternative fra loro. E, sullo sfondo, faceva intravvedere un finanziamento della flessibilità in uscita nel breve periodo; che avrebbe garantito risparmi nel medio-lungo periodo.

Le perplessità di Morando sono condivise da Giorgio Squinzi. «Le coperture sono tutte da rivedere e da ricalcolare - osserva il presidente della Confindustria - Comunque il problema è serio». Di parere opposto, invece, i sindacati.

Per la Cisl rinviare il finanziamento della flessibilità in uscita delle pensioni «è un calcolo da ragionieri». La Uil «non vuole credere» alle formule di Morando. «Sarebbe incredibile se il governo rinviasse l'introduzione della flessibilità, ripetutamente annunciata dal presidente del Consiglio e dal ministro del Lavoro», osserva il segretario confederale Domenico Poretti.

La Cgil si conferma su posizioni diverse rispetto al governo. E nonostante la presa di posizione di Morando, Vera Lamonica, segretaria confederale, commenta: «È indispensabile che la legge di Stabilità affronti il tema delle pensioni. Senza flessibilità in uscita resta bloccato l'accesso dei giovani al mondo del lavoro».

Per l'Ugl, il mancato finanziamento della flessibilità previdenziale «sarebbe una beffa». Che Renzi, per il momento, vuole congelare.FRav

Renzi ha aperto alla possibilità di «andare in pensione prima con meno soldi». Ma non è sceso nei dettagli

I sindacati sono

d'accordo: «Sarebbe incredibile se il governo rinviasse l'introduzione della flessibilità in uscita»

Per Enrico Morando la legge di Stabilità non conterrà risorse aggiuntive per favorire l'uscita anticipata dei lavoratori

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