Vladimir Putin ha reso omaggio ieri alla salma di Mikhail Gorbaciov ma non parteciperà domani ai «mezzi» funerali di Stato. Un piccolo giallo sta accompagnando l'ultimo saluto al padre della perestrojka e Premio Nobel per la Pace nel 1990, morto all'età di 91 anni, con cui l'attuale presidente russo non aveva buoni rapporti. Putin infatti aveva parlato del crollo dell'Unione Sovietica come della peggior catastrofe geopolitica del secolo. E, pur non nominando apertamente Putin, Gorbaciov aveva criticato l'invasione dell'Ucraina per il tramite della sua fondazione che aveva chiesto «una rapida cessazione delle ostilità e l'avvio immediato dei negoziati di pace».
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha precisato che «il programma di lavoro di Putin non gli consentirà di prendere parte alla cerimonia di addio di Gorbaciov il 3 settembre», aggiungendo che il presidente russo ha visitato il Central Clinical Hospital per rendere omaggio a Gorbaciov, deponendo fiori vicino alla bara (a favore di telecamera), prima di partire per Kaliningrad. Nel messaggio di condoglianze diffuso dal Cremlino, Putin ha definito Gorbaciov un uomo che ha lasciato «un enorme impatto sul corso della storia mondiale, ha guidato il Paese durante cambiamenti difficili e drammatici, in mezzo a sfide di politica estera, economiche e sociali su larga scala».
Ma restano l'imbarazzo e la forte ambiguità sui funerali non di stato, che vedranno solo un picchetto d'onore ma null'altro come ha ammesso Peskov secondo cui «ci saranno elementi di un funerale di stato, una guardia d'onore e sarà organizzata una cerimonia di congedo. Lo Stato assisterà nell'organizzazione». Il funerale si terrà domani nella Sala delle Colonne di Mosca, storicamente utilizzata per i servizi funebri di personaggi del calibro di Lenin, Stalin, Brezhnev, Andropov e Chernenko. A seguire Gorbaciov verrà sepolto nel prestigioso cimitero di Novodevichy a Mosca accanto alla moglie Raisa, scomparsa nel 1999 e a pochi metri da altri illustri nomi come Majakovsky, Cechov, Bulgakov. È dalla rivoluzione del 1917 che ai leader sovietici sono stati resi regolarmente funerali di stato: nel 2007, in occasione della morte di Boris Eltsin, Putin dichiarò una giornata di lutto nazionale e prese parte al funerale di stato nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca.
La morte di Gorbaciov ha innescato un'ondata di reazioni dai leader occidentali che però non potranno essere presenti domani perché è loro vietato l'ingresso nel paese come reazione alle sanzioni occidentali post guerra in Ucraina. Bloccato anche lo spazio aereo in Russia per i «paesi dell'UE ostili». Se Mosca non indossa il vestito buono per l'ultimo saluto a Gorbaciov, Berlino invece ne ricorda il decisivo apporto per i destini tedeschi: è stato deciso infatti che le bandiere ufficiali saranno abbassate a mezz'asta nella capitale tedesca durante il funerale e nel paese si moltiplicano le richieste di un degno tributo all'ultimo leader sovietico, come la rapida intitolazione di una piazza o di una via invocata da più parti. «Vogliamo onorare in modo appropriato i risultati conseguiti dal nostro cittadino onorario Mikhail Gorbaciov nel realizzare la trasformazione politica della Germania dell'Est«, ha precisato il ministro degli interni di Berlino, Iris Spranger, scondo cui la Germania ha un debito duraturo con Gorbaciov per aver permesso la sua riunificazione dopo gli anni caratterizzati dalla guerra fredda e dal contrasto fra super players.
Raddoppia la dose il leader della Csu e primo ministro dello stato di Baviera, Markus Soder, che ha chiesto una cerimonia commemorativa: «La Germania gli deve molto, è uno dei padri della riunificazione e ha anche offerto la libertà a milioni di persone».
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