«È facile che il dolore diventi rabbia, e che tanti sforzi vadano rapidamente in fumo» dice il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, che si è ritrovato sotto casa la minacciosa coda di una manifestazione di protesta contro la zona rossa partita sotto il Comune, alla quale avevano preso parte anche esponenti politici e parlamentari di estrema destra e della Lega. Non è l'unico caso in Italia. A Cosenza, dall'altra parte dell'Italia, per protestare contro la nuova chiusura delle attività economiche e la disoccupazione ben più che incombente, in migliaia si sono mobilitati con bandiere e gas fumogeni. Anche a Salerno, nonostante il semaforo giallo, non è mancato il tentativo di prendere d'assalto la casa del presidente della Regione, Vincenzo De Luca.
Le manifestazioni sono ormai dappertutto, quasi inutile elencarle, ma a renderle inquietanti è che il bersaglio sia una singola persona, raggiunta sotto casa, e che per di più, nel caso di Gori, non ha neppure partecipato alle decisioni. «I sindaci non c'entrano» ha cercato di spiegare lui. Il deputato Alberto Ribolla («ma non condividiamo i toni contro il sindaco») e il consigliere comunale leghista Stefano Rovetta erano comunque sotto il Comune, alla prima parte della manifestazione e i loro distinguo non per tutti sono stati sufficienti, in un momento in cui incendiare le piazze è opera fin troppo facile.
La solidarietà è arrivata da ogni dove, dal segretario dem Nicola Zingaretti a esponenti di M5s, ma a sottolineare in modo particolare la gestione irresponsabile della vicenda si sono sentite le parole del piemontese Guido Crosetto, tra i fondatori di Fratelli d'Italia. «Leggo che c'è stata una manifestazione sotto la casa di Giorgio Gori, alla quale avrebbero partecipato anche parlamentari. Ma che cosa fate? Dove vogliamo arrivare? Alla guerra? Che schifo». E ancora: «Né sotto casa sua, né sotto quella di Attilio Fontana o Virginia Raggi. La democrazia è altro». Sia la sindaca di Roma che il presidente della Regione Lombardia sono finiti sotto attacco personale per cui è stato necessario l'intervento delle forze dell'ordine (il governatore anche con scritte dal tono minaccioso). Non a caso Fontana si è subito schierato con Gori: «Solidarietà e vicinanza. La protesta e il dissenso sono legittimi ma non devono mai trascendere in atteggiamenti violenti e minacciosi».
Questa volta c'è stato un passo in più: la protesta sotto casa Gori, durata più di un'ora, con slogan, bandiere, striscioni, fumogeni e naturalmente la polizia. «Un bravo sindaco, una città simbolo della lotta al covid. Non facciamoci del male» scrive su Twitter il commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni.
Protestano anche esperti della piazza come Cgil, Cisl e Uil di Bergamo: «Inaccettabile pensare di manifestare dissenso e protesta presso l'abitazione privata di un libero cittadino, e anche un sindaco lo è, al di fuori del suo ruolo istituzionale. Sono tempi duri e difficili; auspichiamo che si alzi il livello di responsabilità».
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