"Conte poco attento ai territori". L'allarme del governatore Bardi

Il presidente della Regione Basilicata smaschera il premier: "Le decisioni che prende? C'è sempre una certa nebulosità. Pensa troppo alla comunicazione e poco alla realtà dei fatti"

"Conte poco attento ai territori". L'allarme del governatore Bardi

La situazione in Basilicata "è contenuta grazie a Dio", ma comunque il governatore ha deciso di provvedere alla chiusura delle scuole primarie e secondarie di primo grado dal 17 novembre al 3 dicembre. Una scelta tanto "dolorosa" quanto "doverosa" visto che la rapida diffusione del Coronavirus non fa sconti a nessuna Regione. Nel frattempo gli enti locali si erano già attivati questa estate per farsi trovare preparati nel fronteggiare la seconda ondata del Covid-19, mentre l'esecutivo giallorosso si limitava a comunicare lo stanziamento di milioni di euro dimenticandosi di spiegare come "spendere, erogare, appaltare e rendere effettivi" i fondi messi a disposizione. Di questo e altro ha parlato Vito Bardi nell'intervista rilasciata in esclusiva a ilGiornale.it, mettendo in chiaro quelli che sono i rapporti con il premier Giuseppe Conte - il cui difetto è quello di dedicarsi "troppo alla comunicazione e poco alla realtà dei fatti" - e con l'intero governo centrale.

Presidente Bardi, il Coronavirus avanza nuovamente in tutta Italia e non risparmia praticamente nessun territorio. Il governo le ha comunicato con estrema trasparenza e con il giusto tempismo il passaggio della Basilicata in zona arancione?

"Essendoci 21 criteri, oggettivamente troppi, vi sarà sempre una certa nebulosità. Purtroppo così saranno sempre possibili nuovi attriti tra le Regioni e il governo centrale, ma soprattutto si rischia di rendere meno comprensibili certe decisioni. La trasparenza è un elemento centrale per le democrazie e non possiamo abdicare a tale principio".

Conte va ripetendo che i 21 parametri sono stati condivisi con i governatori da diversi mesi. A suo giudizio cosa non funziona? L'algoritmo o il sistema di divisione delle Regioni in fasce di rischio?

"Quando si prende una decisione si scontenta sempre qualcuno. Probabilmente le fasce di rischio non affrontano tutte le criticità, così come la dimensione regionale spesso non riesce a conciliare le differenti esigenze e i differenti numeri che vi sono nelle aree più urbanizzate e in quelle rurali. Il governo si è dunque innestato su due forti criticità, senza risolverle".

Verso la fine di ottobre aveva lanciato un appello chiaro al premier: ascoltare le Regioni. A distanza di qualche settimana, si è verificato un cambio di passo in tal senso?

"La tendenza di Palazzo Chigi è di riaffermare il ruolo preminente del governo sulle Regioni. Per carità, è scritto in Costituzione. Però io sono a contatto con il territorio, con i malati, con gli ospedali. A Roma invece pensano troppo alla comunicazione e poco alla realtà dei fatti. E questo crea frizioni".

La causa del peggioramento generale nei vari territori d'Italia, a suo giudizio, può essere attribuito al fatto che l'esecutivo giallorosso vi ha progressivamente tolto i poteri per snellire le procedure burocratiche?

"Guardi, se fosse servito a qualcosa, sarebbe stato un bene. La burocrazia è il principale problema di questo Paese. Ma mi pare che l'accentramento tanto evocato non abbia poi comportato un'accelerazione dei tempi. Penso in particolare al mondo della scuola".

Il nodo che ha fatto più discutere in questi mesi è stato quello del trasporto. Il governo mette le mani avanti e dice di aver girato alle Regioni ben 300 milioni necessari per aumentare corse e frequenza dei mezzi, ma pare che neanche la metà dei fondi sia stata utilizzata. Come stanno realmente le cose?

"Guardi, comunicare lo stanziamento di milioni o di miliardi di euro è la cosa più facile da fare. Si va in TV e si dice 'Ho stanziato 1 miliardo di euro' per un tema a piacere. Poi, però, ci si dimentica che spendere, erogare, appaltare e quindi rendere effettivi, concreti e percepiti quegli stanziamenti richiede una trafila burocratica infinita. Purtroppo comunicare è facile, governare è difficile".

Lei ha sostenuto che con la chiusura generalizzata delle Regioni si penalizzano quei territori meno pressati dal Covid-19, e perciò aveva proposto di valutare caso per caso e consentire l'esercizio delle attività produttive dove possibile. È ancora convinto di questo?

"Certamente, perché penso soprattuto alle aree interne che sono spesso penalizzate dalle decisioni di chi non conosce i territori e magari non esce dalla Ztl di Roma centro. La mia Regione è fatta di tante valli, di tante aree rurali, di piccoli borghi che non possono essere trattati come Roma, Napoli o Milano. È un errore da matita blu, per restare nel campo dei colori".

Ha deciso che in Basilicata resteranno chiuse le scuole primarie e secondarie di primo grado dal 17 novembre al 3 dicembre. Non pensa che sia un errore chiudere ancora una volta quello che è il luogo di formazione dei ragazzi del futuro? Considerando che la didattica a distanza è stata imposta da marzo e c'è un'urgente necessità di fare lezioni in presenza…

"È stata una scelta dolorosa ma doverosa. Purtroppo la pandemia ci impone di trasformare in misure restrittive tutti i trend su cui leggiamo possibili peggioramenti, nell'esclusiva necessità di tutelare la salute della nostra comunità. Monitoreremo quotidianamente i dati e, se la situazione dovesse migliorare, potremo anche interrompere preventivamente la misura".

In Basilicata l'indice di trasmissibilità Rt è tra i più alti d'Italia (1,64). A questo si aggiungono le preoccupazioni per i posti letto. Nelle scorse ore è stato annunciato che a breve saranno disponibili ulteriori 50 posti per pazienti Covid grazie a ospedali da campo tra poco operativi a Potenza e Matera. Qual è la sua previsione in vista delle festività natalizie?

"L'indice Rt ci preoccupa, ma oltre a tutte le misure messe in campo e agli ospedali militari che arriveranno,

dobbiamo anche ricordare che i numeri in Basilicata sono contenuti, grazie a Dio. Siamo convinti che con le precauzioni che abbiamo preso e con le strutture che avremo da qui a un mese, potremo trascorrere un Natale più sereno".

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