Senatore Matteo Renzi, a sinistra la accusavano di «inciuciare» con il governo Meloni ma ora è diventato il suo più aggressivo contestatore. Come mai?
«Non inciuciavo ieri, non aggredisco oggi. Caso mai vengo aggredito con norme ad personam, frutto di una visione illiberale della democrazia. Se fosse ancora vivo Silvio Berlusconi certe cose non sarebbero mai avvenute: si sarebbe alzato in aula e avrebbe impedito il rigurgito di invidia e odio di una parte della maggioranza. Ma l'aggressione personale contro di me non cambia in nulla il mio atteggiamento verso il governo. Se fanno la separazione delle carriere sul serio, ci sono. Se abbassano le tasse, ci sono. Se fanno una riforma costituzionale seria, con superamento del bicameralismo, ci sono. Ma se pensano di mettermi a tacere con una legge incostituzionale, reagisco. Hanno cercato di farmi fuori i magistrati di sinistra e ho dimostrato che il loro comportamento era incostituzionale. Ora cercano di farmi fuori i leader della destra radicale: reagirò allo stesso modo».
Lei criticava la sinistra per l'abuso dell'antifascismo come arma anti-centrodestra. Non rischia di seguire anche lei questa strada, chiamando «camerata» il presidente del Senato La Russa?
«Io credo che l'antifascismo sia un patrimonio culturale di tutto il Parlamento: mai lo utilizzerò come arma contro un governo democraticamente eletto. Ho solo detto a La Russa che se dieci senatori di Fdi fanno chiasso in aula lui non può zittire me in diretta tv. Deve zittire loro, per regolamento. E quando gli ho detto che questo modo di fare era da camerata lui non si è offeso, purtroppo. Sa perché? Perché è la verità. Un presidente democratico difende il diritto di parola di un senatore dell'opposizione, un presidente camerata lo zittisce. È molto grave: La Russa aveva giurato solennemente il 13 ottobre 2022 di essere il presidente di tutti. Ha dimostrato di essere un presidente di parte. Mi spiace innanzitutto per lui».
Manovra di fine anno: vede solo ombre o anche qualche luce?
«Non vedo luci né ombre. C'è poco o niente, purtroppo. Le faccio un esempio: dicono che hanno stabilizzato il cuneo. Bene. Ma che significa per la gente? Nulla. Il 27 gennaio gli stipendi saranno uguali al 27 dicembre. In compenso le bollette aumentano del 15%, il terzo settore è dimenticato e Salvini fa una modifica devastante del codice della strada: lo Stato fa cassa con le multe, ma non crea sicurezza sulle strade. Uno prova a vedere il bicchiere mezzo pieno, ma stavolta non è facile».
Se la è presa col governo per chè la manovra viene discussa da una sola Camera. Ma è così da anni, no?
«Eh no, questo non lo dica a me: sono quello che pur di superare il bicameralismo ha perso Palazzo Chigi. Ma dal governo, a differenza di Conte e Meloni, abbiamo sempre rispettato le regole costituzionali della doppia lettura. Giorgia usa lo stesso metodo che contestava a M5s».
Il caso Cecilia Sala angoscia: come va affrontato? Su questo sostiene l'operato del governo?
«C'è una giovane donna, per di più un'amica di tanti di noi, prigioniera innocente in uno dei peggiori carceri al mondo. Siamo tutti con Cecilia. E dunque tutti con il governo, come ho scritto ieri al sottosegretario Mantovano. Nessuna incertezza: su queste cose non c'è opposizione».
La stupisce che da una parte della sinistra ci sia un certo giustificazionismo sul sequestro della giornalista da parte degli ayatollah islamisti, in quanto troppo «sionista»?
«Chi dice queste cose conferma il noto proverbio: la madre dei cretini è sempre incinta».
Senza centro non si vince, ripete. Ma accusa anche chi lancia candidature di «federatori del centro», da Sala a Ruffini, di voler fare le scarpe a Schlein.
«Io non accuso nessuno. Per me la sinistra deve pensare meno ai nomi e più alle cose su cui va d'accordo. E questo è il problema: molti dicono 'la Meloni non è un granché, ma se penso agli altri voto Fratelli d'Italia'. Finché la sinistra non smette di farsi la guerra e mettere i veti, la premier dorme tra mille guanciali».
A proposito di Sala, non c'è il rischio che, tra rivalità interne al Pd e appetiti di destra su
Milano, in Senato salti il cosiddetto Salva Milano?«Io sono per votare il Salva Milano. E sono anche perché la città abbia più agenti nelle strade. L'insicurezza è troppo diffusa, va contrastata senza se e senza ma».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.