Nella serata di ieri a Palazzo Madama non si è registrato solo il "giallo-Ciampolillo". Anche un altro senatore, infatti, ha tenuto con il fiato sospeso la maggioranza ed il premier Giuseppe Conte. Si tratta di Riccardo Nencini, presidente del Psi e padrone di casa del gruppo che ha accolto Italia Viva a Palazzo Madama dopo l'addio al Pd, che ha sì votato la fiducia ma solo ai "supplementari".
Nencini era stato riammesso al voto dopo la visione del "var" istituzionale. "Ho votato la fiducia convinto dall'apertura di Conte alle forze liberali, popolari e socialiste. Una casa utile per sostenere il governo. Lo avevo deciso da un pezzo", aveva spiegato a caldo alle agenzie di stampa il senatore. Ma il suo chiarimento a molti non era apparso del tutto convincente. Qualcuno, come ha sottolineato lo stesso senatore nel messaggio, si era spinto a fare ricostruzioni azzardate come quella che indicava una trattativa per un ministero.
E così il senatore socialista questa mattina è tornato sulla vicenda e, con un post pubblicato su Facebook, ha voluto smentire ogni illazione su quanto accaduto in quei concitati minuti. "Sul mio voto al Senato leggo interpretazioni sbagliate, sul voto sul filo di lana addirittura arzigogoli senza nessun fondamento. Voglio ringraziare tutti coloro, e sono tanti, che mi sono stati vicino in giornate davvero complicate, anche chi ha espresso opinioni diverse", è l’incipit del messaggio diffuso sul social.
Nencini ha poi sottolineato che il ritardo è dipeso dal fatto che la segreteria del partito è durata "diverse ore con strascichi altrettanto lunghi”. Nessun mistero, quindi. Anche perché allo stesso tempo il senatore ha evidenziato che la sua posizione era già nota a tutti: "Astensione benevola in attesa di capire se le aperture del presidente Conte all'area socialista fossero davvero fondate". "Avrei comunque votato a favore dello scostamento di bilancio e del decreto Ristori e di qualsiasi altra misura per fronteggiare la pandemia", ha continuato l’esponente socialista che ha specificato come la sua posizione era “emersa chiaramente dal mio intervento in aula. E che è stata apprezzata dalla maggioranza. Insomma, una posizione responsabile che teneva conto dello stato difficile del Paese e metteva in risalto la diversità rispetto al voto di Italia Viva".
Nencini ha ricordato che il Psi era già in maggioranza e, dunque, "non può essere associato a parlamentari che hanno votato la fiducia provenendo dall'opposizione. Due storie completamente diverse".
Il senatore ha, infine, smentito con forza le voci, bollate come "ricostruzioni fantasiose", sul voto in ritardo provocato da una trattativa per ottenere un ministero in cambio del "Sì" alla fiducia. "Mi viene da ridere. Proprio perché, per il protrarsi del dopo segreteria del partito, ho votato per ultimo, quando i voti a favore erano solo 154, il mio voto sarebbe servito a ben poco".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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