Con il governo senza fiducia inevitabili gli aumenti dell'Iva

Cottarelli: se non ho l'ok dell'Aula niente legge di Bilancio

Con il governo senza fiducia inevitabili gli aumenti dell'Iva

Negli uffici del ministero dell'Economia, in quelli dei due rami del Parlamento e anche tra gli analisti che si occupando di Italia c'è un rebus che ancora nessuno ha risolto e sta contribuendo non poco ad alimentare l'incertezza sul nostro Paese.

Come farà il governo guidato da Carlo Cottarelli ad affrontare la sessione di bilancio senza una maggioranza? L'economista incaricato da Sergio Mattarella nasce con due scadenze possibili. La prima, più probabile, è in autunno.

Quindi l'esecutivo resta in carica praticamente solo per gli affari correnti. Una finanziaria scritta da un governo senza fiducia è un caso rarissimo. E quella del 2019 per una coincidenza poco fortunata (per gli italiani ma anche per Cottarelli) costringerà il premier a ratificare una scelta non sua e molto impopolare, l'aumento dell'Iva in programma per il 2019.

Un governo politico, di qualunque colore, lo avrebbe evitato, ma un esecutivo senza maggioranza non può farlo. Lo ha di fatto ammesso lo stesso Cottarelli, quando ieri ha precisato che poterà a termine la legge di Bilancio solo se otterrà la fiducia. Senza, si limiterà all'ordinaria amministrazione.

In questo caso, in settembre, il nuovo governo varerà una nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, che confermerà le previsioni del Def approvato da Pier Carlo Padoan, compreso l'aumento dell'imposta sui consumi per 12,5 miliardi.

La legge di bilancio, secondo questo scenario molto probabile, non farà che prendere atto dell'aumento e poi metterà in cantiere altri 15 miliardi di tagli e nuove entrate, il tutto per garantire all'Europa la correzione dei conti prevista dai patti. Escluso che l'esecutivo in carica per l'ordinaria amministrazione contratti con Bruxelles condizioni migliori. Una manovra da 30 miliardi di euro varata con il pilota automatico.

Il governo che entrerà in carica dopo il voto autunnale (sempre ci sia una maggioranza chiara) dovrà portare la legge di Bilancio all'approvazione entro la fine dell'anno. Se vorrà modificarla, dovrà trovare le risorse necessarie nel tempo brevissimo dell'iter parlamentare.

Possibile che nessuno voglia salire su questo treno in corsa. Non è da escludere che anche i partiti più riottosi, Lega e M5S, tengano in vita il governo Cottarelli fino ai primi mesi del 2019.

Dopo l'incarico conferito dal Capo dello Stato, l'ipotesi di un mandato più lungo è circolata, come seconda ipotesi, ma condizionata all'ottenimento della fiducia. Obiettivo che sembra fuori dalla portata per Cottarelli.

Quello che potrebbe succedere è che la maggioranza del Parlamento, quindi sempre M5S e Lega, condizionino il voto alla legge di Bilancio al recepimento da parte di Cottarelli dei punti chiave che saranno contenuti nella risoluzione unitaria al Def, che era stata annunciata nei giorni scorsi dai giallo verdi e potrebbe comunque arrivare. Quindi sterilizzazione delle clausole di salvaguardia (gli aumenti dell'Iva) e qualche altra misura simbolica. Ipotesi che ieri Lega e M5S escludevano.

Nei partiti che hanno vinto le elezioni del 4 marzo per il momento è forte la tentazione di lasciare arrivare a scadenza la legge di Bilancio per poi

tornare al governo, dopo le prossime elezioni, senza il peso di dover trovare ogni anno 15 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva, per il quale darebbero la responsabilità a chi ha fatto fallire la nascita del loro governo.

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