L'accordo potrebbe essere stato raggiunto. Lega e M5S avrebbero trovato un ruolo a Paolo Savona nel "governo del cambiamento" che non sia il ministero dell'Economia, E, al tempo stesso, avrebbero partorito un nuovo nome per il Mef: si tratterebbe di Giovanni Tria, come scrive La Stampa citando notizie che filtrano dai palazzi della politica.
Il ministero su cui si era incagliata la nave giallo-verde, dunque, finirebbe al professore ordinario di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata. Per Paolo Savona, invece, il nome a cui da ieri è appeso l'intero governo, sarebbe pronta la seggiola del ministero degli Affari Europei. A spuntarla sarebbe dunque Di Maio, che ieri aveva chiesto a Salvini di fare un passo indietro e spostare il professore in un altro posto di governo. Novità, a quanto pare, ci sarebbe anche per la casella degli Esteri che dovrebbe finire a Enzo Moavero-Milanesi.
Domenica - dopo il "no" di Mattarella a Savona - Di Maio aveva dato lettura dei ministri "mancati" del governo che non era nato per i veti del Colle. Rispetto a quella lista, dunque, le novità dovrebbero essere due: Milanesi prenderebbe il posto dell'ambasciatore Luca Giansanti (Esteri) mentre Savona occuperebbe una casella che tre giorni fa non esisteva. Il presidente del Consiglio, invece, dovrebbe rimanere Giuseppe Conte (presente al vertice con Di Maio e Salvini). Per i due leader dovrebbero essere confermate le scelte fatte una settimana fa: il grillino allo Sviluppo economico e Lavoro e il segretario del Carroccio al Ministero degli Interni (oltre ad essere entrambi vicepremier). Gli altri dicasteri, secondo quanto dichiarato pubblicamente dal M5S quattro giorni fa, dovrebbero dunque essere così distrubuiti: Pa: Bongiorno; Affari regionali: Stefani; Sud: Lezzi; Disabili: Fontana; Giustizia: Bonafede; Difesa: Trenta; Politiche agricole: Centinaio; Infrastrutture: Coltorti; Istruzione: Bussetti; Beni culturali: Bonisoli; Salute: Grillo.
Le trattative tra Lega e M5S vanno avanti da ieri pomeriggio. Il Colle, subito dopo il fallimento del governo politico, aveva affidato l'incarico a Carlo Cottarelli per formare un esecutivo tecnico che portasse il Paese al voto a settembre o a gennaio. Le forze politiche, però, hanno poi chiesto di anticipare a luglio. Mossa che ha spinto sia Salvini che Di Maio a riprendere le trattative. Informato il Colle, Mattarella ha deciso di "congelare" mr Spending Review in attesa di "sviluppi politici". A riaprire le danze è stato il capo politico del M5S, dicendosi pronto a "rivedere alcune posizioni" e chiedendo all'alleato verde di cedere su Savona. Salvini, gelido in un primo momento, si è poi detto pronto a pensarci.
Finché oggi non ha annullato tutti gli appuntamenti politici per raggiungere il pentastellato a Roma e dare il via a due ore di riunione fiume da cui sarebbe uscita la soluzione a 87 giorni di trattative. Resta però da capire se Giorgia Meloni entrerà o meno con FdI in maggioranza: alcuni M5S si sono dimostrati possibilisti ma la base ha avvertito Di Maio: "No a patti con i fascisti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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